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Pensioni, cambia tutto: flessibilità garantita a 61 anni per tutti, info dall’INPS

Riforma delle pensioni 2025, a 61 anni per tutti e la flessibilità è garantita. Tutto ciò che devi sapere.

Uno degli argomenti più chiacchierati, è la riforma delle pensioni. Anche se il clima è tendenzialmente negativo visto ciò che si sente in giro, il sistema previdenziale dovrebbe andare riformato.

Pensioni cambia tutto: a 61 anni per tutti – cinturaovest.it

Il nostro sistema pensionistico è ormai basato sul calcolo contributivo delle pensioni. Un sistema penalizzante ma che per la riforma potrebbe essere vantaggioso. E adesso vedremo perché proprio grazie al sistema contributivo andare in pensione potrebbe diventare più facile come età e con quella flessibilità tanto richiesta.

Pensione a 61 anni: ecco come fare

Si parla di flessibilità, in materia di pensioni, per indicare la possibilità di modulare la data di uscita dal lavoro a seconda delle esigenze personali, familiari e di salute, delle peculiarità della categoria di lavoratori a cui si appartiene e degli anni di contributi previdenziali accreditati. Una misura, l’opzione donna, che in passato sembrava fosse quella individuata proprio per dare maggiore flessibilità al sistema previdenziale è una specie di estensione a tutti dei benefici del sistema.

In pratica, con obbligo di ricalcolo contributivo della prestazione si potrebbe pensare di introdurre una opzione per tutti nel senso che si dovrebbe garantire l’uscita a partire dai 61 anni di età a qualsiasi lavoratore che raggiunga i 35 anni di contributi versati. Sempre partendo dall’obbligo di calcolo contributivo della prestazione che quindi verrebbe severamente penalizzata dal punto di vista degli importi.

Riforma delle pensioni, a 61 anni per tutti e la flessibilità è garantita: tutto quello che devi sapere – cinturaovest.it

Troviamo anche poi altre misure come la Quota 103, che nel corso degli anni ha visto un peggioramento delle sue condizioni. L’uscita a 62 anni di età e 41 anni di contributi è  infatti legata al sistema contributivo, con un taglio dell’assegno per coloro che vantano una contribuzione nel sistema retributivo. Per il 2025, si ipotizza inoltre anche alla Quota 103 possa trasformarsi in Quota 104, con un incremento del requisito anagrafico da 62 a 63 anni di età.

L’opzione Donna è una misura che, a prescindere da tutto, incontrerebbe sicuramente i favori dei lavoratori. Soprattutto da parte di chi vorrebbe finalmente andare in pensione, anche a costo di rimetterci economicamente. Se l’opzione donna continuasse ad essere rinnovata, significa che una pensione contributiva, anche se è nettamente anticipata, non ha molte controindicazioni per le casse statali. Questo è tutto quello che c’è da sapere in merito per il momento.

Maria Rita Misuraca

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