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Categories: Cronaca

Il figlio di Totò Riina rompe il silenzio: «Falcone? Mio padre non c’entra»

L’ultima intervista di Giuseppe Salvatore Riina, figlio del noto boss mafioso Totò Riina, ha scatenato un’ondata di indignazione e incredulità. Durante la conversazione rilasciata al podcast Lo Sperone, Riina jr. ha categoricamente negato qualsiasi coinvolgimento del padre nell’omicidio di Giovanni Falcone, avvenuto il 23 maggio 1992, e ha elogiato la figura paterna in modi che hanno acceso un acceso dibattito sull’interpretazione della mafia e delle sue dinamiche.

Giuseppe Salvatore, che ha scontato otto anni di carcere per associazione mafiosa, sembra non mostrare segni di ravvedimento, continuando a difendere la figura del padre, descrivendolo come un “uomo con la U maiuscola”. Secondo lui, Totò Riina non avrebbe mai ordinato l’omicidio di Falcone, affermando che il magistrato, al momento della sua uccisione, non rappresentava più una minaccia per Cosa Nostra. Riina ha insinuato che vi siano forze più potenti e invisibili che manovrano il potere in Italia, affermando: «Dava fastidio ad altri dietro le quinte».

un’infanzia difficile e un confronto controverso

Durante l’intervista, Giuseppe Salvatore ha dichiarato di non aver mai assistito a un atto di violenza da parte del padre, descrivendo la sua infanzia segnata dalla latitanza di Totò Riina come un’esperienza difficile, paragonandola a quella dei bambini di Gaza. Questo confronto ha suscitato molte critiche, considerando la gravità della situazione in Medio Oriente. Nonostante ciò, Riina ha continuato a sostenere che la sua vita fosse una costante emergenza, presentando la latitanza come un’esperienza formativa.

Un altro punto controverso dell’intervista riguarda le stragi del 1992, in particolare gli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Riina ha negato la responsabilità del padre in questi crimini, affermando che i veri mandanti sarebbero stati altri, legati a interessi di riciclaggio e appalti mafiosi. Alla domanda se provasse dispiacere per la morte di Falcone e Borsellino, ha risposto con freddezza: «Mi è dispiaciuto perché sono morti, e a differenza di altri colleghi, loro facevano fatti». Questa affermazione ha scatenato reazioni di sdegno, considerata una mancanza di rispetto nei confronti di due figure emblematiche nella lotta alla mafia.

la critica all’antimafia

Le dichiarazioni di Riina jr. non solo cercano di riabilitare l’immagine del padre, ma insinuano anche una critica all’antimafia, che a suo avviso sarebbe un “carrozzone” composto da persone in cerca di visibilità. Ha citato casi di figure pubbliche, come la giudice Silvana Saguto e l’imprenditore Antonello Montante, per sostenere la tesi che ci siano “finti antimafiosi” dietro una facciata di legalità. Questi commenti hanno suscitato l’ira di molti, che vedono nella sua retorica una grave offesa alle vittime della mafia e a chi, ogni giorno, combatte per la giustizia.

Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale Antimafia, ha risposto con fermezza alle affermazioni di Riina: «Non sentivamo il bisogno di ascoltare le opinioni del figlio di Totò Riina, convinto di spiegarci che uomo buono era suo padre. Non offenda la nostra terra». Le sue parole riflettono il malcontento di molti siciliani, che percepiscono queste dichiarazioni come una distorsione della realtà e un tentativo di riscrivere la storia della mafia e dei suoi crimini.

un dibattito aperto sulla narrazione della mafia

L’intervista ha aperto un ampio dibattito sia sui media che tra i cittadini riguardo al modo in cui si dovrebbe affrontare la narrazione della mafia. Molti esperti e attivisti temono che simili dichiarazioni possano alimentare una visione romantica e distorta della mafia, ignorando il dolore e la sofferenza inflitti da Cosa Nostra, e rischiando di depotenziarne la reale pericolosità.

In un contesto così delicato, è fondamentale riflettere sulle parole e sulle azioni di chi, come Giuseppe Salvatore Riina, cerca di giustificare una realtà complessa e tragica. La mafia ha radici profonde e un impatto devastante sulla società italiana, e ogni tentativo di minimizzarne il peso deve essere contrastato con fermezza. La lotta per la giustizia e la verità non può essere oscurata da narrazioni che tentano di riscrivere la storia in favore di chi ha scelto la violenza e la criminalità.

Andrea Galluzzo

Sono un appassionato di sport e tempo libero, sempre alla ricerca di nuove storie da raccontare e di emozioni da condividere. Con un background che spazia dalla scrittura creativa alla comunicazione, ho trovato la mia voce nel mondo del giornalismo sportivo su cinturaovest.it. Qui, esploro le dinamiche del mondo sportivo, dalle piccole realtà locali agli eventi di rilevanza internazionale, cercando di dare risalto a quelle storie che spesso rimangono nell'ombra. Credo fermamente che lo sport non sia solo competizione, ma anche un modo per unire le persone e promuovere uno stile di vita attivo e sano. Ogni articolo che scrivo è un invito a scoprire nuove attività, a riflettere su ciò che significa praticare uno sport e a vivere il tempo libero in modo consapevole. Quando non sono immerso nella scrittura, mi potrete trovare in palestra, sui campi da gioco o in esplorazione di nuove avventure all'aria aperta. La mia missione è ispirare gli altri a trovare la loro passione e a vivere ogni giorno con entusiasmo.

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