In un episodio che ha suscitato un ampio dibattito, il parroco Don Claudio Doglio della chiesa di Sant’Ambrogio a Varazze, in provincia di Savona, ha preso una decisione controversa: ha iniziato una cerimonia nuziale senza la presenza della sposa, che si era presentata in ritardo. Questo evento, avvenuto il 14 settembre 2023, ha sollevato interrogativi sul rispetto delle tradizioni e delle norme durante le celebrazioni religiose.
la decisione del parroco
La situazione si è verificata alle 11:05, quando Don Claudio, dopo soli cinque minuti di attesa, ha ritenuto opportuno iniziare la funzione, nonostante la sposa non fosse ancora arrivata. Il parroco ha giustificato la sua scelta affermando che era fondamentale mantenere il rispetto per i fedeli presenti alla messa domenicale. Questi ultimi, infatti, erano accorsi in chiesa non per assistere a un matrimonio, ma per partecipare alla celebrazione della liturgia. «Avevo avvisato gli sposi dell’importanza di essere puntuali. In quel momento, la messa era la priorità», ha dichiarato in un’intervista a La Stampa.
le ragioni del ritardo
Il matrimonio si svolgeva in un momento di grande affluenza, con molti parrocchiani che si riunivano per pregare e riflettere. Don Claudio aveva già espresso in precedenza il desiderio di evitare sovrapposizioni tra la funzione matrimoniale e la messa, suggerendo agli sposi di scegliere un orario diverso. Tuttavia, la coppia ha insistito per celebrare il matrimonio alle 11, ignorando le indicazioni del parroco. Per evitare ritardi, Don Claudio aveva persino consigliato di anticipare l’orario d’inizio di un quarto d’ora negli inviti, ma evidentemente queste raccomandazioni non sono state seguite.
Il ritardo della sposa è stato chiarito: secondo quanto riportato, la giovane si trovava sul sagrato della chiesa, alle prese con un problema legato al suo abito da sposa. Altri testimoni hanno suggerito che ci fosse stata una comunicazione mancante riguardo al segnale per entrare in chiesa. La sposa, visibilmente turbata, è poi entrata mentre la funzione era già iniziata, attraversando la navata centrale sotto gli sguardi curiosi degli invitati e dei parrocchiani.
le reazioni alla cerimonia
La decisione di Don Claudio ha generato non poche polemiche, con alcuni presenti che hanno commentato la mancanza di rispetto per la cerimonia e per gli altri fedeli. Il parroco ha ribadito che la sua scelta di iniziare la celebrazione senza attendere ulteriormente la sposa era motivata dalla necessità di garantire il corretto svolgimento della messa e il rispetto per coloro che vi partecipavano. «Quando le campane iniziano a suonare, la messa deve cominciare», ha affermato.
Questo episodio ha riacceso il dibattito su come gestire le cerimonie religiose in contesti affollati e sulle regole di comportamento che dovrebbero essere rispettate in tali occasioni. Molti hanno espresso solidarietà verso il parroco, sottolineando l’importanza di rispettare gli orari per non disturbare la comunità parrocchiale. Altri, tuttavia, hanno difeso la sposa, sostenendo che ritardi e imprevisti possono accadere, specialmente in un giorno così significativo e stressante come quello del matrimonio.
La vicenda ha portato a riflessioni più ampie sulla pianificazione dei matrimoni nelle chiese, dove le celebrazioni religiose si intrecciano con le esigenze delle comunità locali. Questo caso specifico di Varazze offre uno spunto di riflessione su come le chiese possano affrontare queste dinamiche, mantenendo al contempo un servizio adeguato per tutti i membri della comunità.
La decisione di Don Claudio ha sollevato interrogativi e ha portato a discussioni tra i parrocchiani su cosa significhi realmente celebrare un matrimonio in un contesto religioso. Mentre alcuni sostengono che l’amore e l’impegno della coppia dovrebbero essere al centro dell’attenzione, altri credono che il rispetto per la comunità e per le tradizioni debba prevalere. La questione rimane aperta, con la speranza che eventi futuri possano essere gestiti in modo più armonioso, evitando situazioni di conflitto tra le esigenze personali e quelle collettive.