L’Alzheimer raccontato dal punto di vista del malato in Familiar Touch

Il film “In Familiar Touch”, diretto da Sarah Friedland, offre una prospettiva unica sull’Alzheimer, affrontando il tema con una sensibilità rara nel panorama cinematografico contemporaneo. La storia ruota attorno a Ruth Goldman, interpretata da Kathleen Chalfant, una donna che si trova a dover affrontare la dura realtà della malattia e il cambiamento radicale della sua vita quotidiana. Trasferita in una struttura per anziani, Ruth vive un’esperienza che è sia dolorosa che rivelatrice.

Friedland, durante una presentazione a Roma, ha evidenziato come il film si distacchi dai racconti tradizionali che si concentrano sul dolore e sulla tragedia vissuti da familiari e operatori. “In genere questa malattia viene raccontata dal punto di vista degli altri”, ha affermato la regista, sottolineando l’importanza di rappresentare l’Alzheimer non solo come una perdita, ma anche come una vita che continua a evolversi nonostante le sfide.

Una narrazione innovativa

“In Familiar Touch” non si limita a esplorare il deficit cognitivo di Ruth; si concentra anche su aspetti cruciali della sua esistenza, come le sue esperienze sensoriali e fisiche. Questa visione olistica della malattia offre una nuova prospettiva, permettendo agli spettatori di vedere oltre le difficoltà e le limitazioni, per abbracciare l’umanità e la dignità di Ruth.

Il film ha ricevuto un’accoglienza calorosa, trionfando alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2022 e conquistando tre premi prestigiosi:

  1. Leone del futuro
  2. Premio Venezia opera prima “Luigi De Laurentiis”
  3. Riconoscimenti per la Miglior Regia e Miglior Attrice (per Kathleen Chalfant) nella sezione Orizzonti

Questi successi sono un chiaro attestato dell’impatto emotivo e della qualità artistica della pellicola.

Un approccio intergenerazionale

“In Familiar Touch” è anche una produzione intergenerazionale, realizzata in collaborazione con i residenti e gli operatori di una comunità di riposo a Los Angeles. Questo approccio ha permesso alla regista di immergersi nella realtà quotidiana delle persone anziane, rendendo il film autentico e profondamente rispettoso delle loro esperienze.

Kathleen Chalfant, classe 1945 e nota per il suo impegno nel teatro e nel cinema, ha ricevuto elogi per la sua profondità e autenticità nell’interpretare Ruth. Durante l’incontro a Roma, ha condiviso le sue riflessioni sul ruolo, rivelando come, inizialmente, non si sentisse parte del gruppo di anziani sul set, ma alla fine ha realizzato di avere molto in comune con loro.

La sessualità degli anziani

Uno degli aspetti più innovativi del film è la sua rappresentazione della sessualità degli anziani. Friedland ha voluto sfidare i pregiudizi comuni secondo cui le persone anziane siano asessuate. “Ruth è un’ottantenne con una sessualità distinta e capace di soffrire se rifiutata”, ha spiegato Chalfant, sottolineando che il film affronta anche il tema dell’amore e del desiderio in età avanzata.

Inoltre, il film coincide con la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, celebrata il 21 settembre, un’opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia e le sue implicazioni. Quest’anno, il nostro Paese ospiterà anche la conferenza Alzheimer Europe, che si terrà a Bologna dal 6 all’8 ottobre 2025, un evento che promette di portare ulteriore attenzione e discussione sui temi legati alla demenza e all’assistenza agli anziani.

La narrazione di “In Familiar Touch” rappresenta un passo importante verso una maggiore comprensione e accettazione delle sfide legate all’invecchiamento e alle malattie neurodegenerative. La regista invita a riflettere su come possiamo migliorare la vita delle persone anziane, non solo attraverso l’assistenza fisica, ma anche riconoscendo la loro umanità e il loro diritto a vivere pienamente, anche di fronte a una diagnosi difficile come l’Alzheimer.

Con una narrazione che tocca il cuore e una rappresentazione rispettosa e realistica, “In Familiar Touch” si avvia a diventare non solo un film da vedere, ma anche un’importante risorsa per tutti coloro che desiderano comprendere meglio il mondo degli anziani e delle persone affette da demenza.

Change privacy settings
×