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Marco Bucci, il governatore della Liguria e già sindaco di Genova, ha annunciato oggi una notizia che ha rallegrato molti: il tumore che lo affliggeva è scomparso. Sebbene non voglia utilizzare la parola “guarito” per scaramanzia e per una questione di correttezza clinica, l’ex primo cittadino ha condiviso la sua esperienza di lotta contro il carcinoma spinocellulare con metastasi, diagnosticato circa 16 mesi fa. La diagnosi, avvenuta sotto la mandibola, è stata un duro colpo per lui e per i suoi cari. In un’intervista rilasciata a Libero e al Corriere della Sera, Bucci ha dichiarato: «Ho fatto una Pet, sono pulito, il tumore non c’è più».
La sua reazione iniziale alla diagnosi è stata segnata da una grande paura, un sentimento del tutto comprensibile. Bucci ha confessato: «Provai sicuramente una grande paura. Ma in quelle circostanze bisogna reagire e affidarsi ai medici». È stato proprio questo approccio proattivo che lo ha aiutato ad affrontare il percorso delle cure, che includevano la radioterapia. «Pativo gli effetti della radioterapia, che ti debilita. La cosa più fastidiosa però era la totale assenza del gusto: mangiavo e tutto il cibo sembrava di cartone, per di più amaro», ha raccontato, descrivendo un aspetto spesso sottovalutato della malattia e del trattamento.
Nonostante le sfide legate alla malattia, Bucci si è trovato di fronte a una decisione cruciale: continuare a ricoprire il ruolo di sindaco di Genova o candidarsi per guidare la coalizione di centrodestra in Regione. Ecco come ha affrontato questa scelta:
Tuttavia, la sua decisione non è stata priva di conseguenze. L’ex sindaco ha dovuto affrontare critiche e commenti negativi, inclusi attacchi che insinuavano che la sua condizione di salute avrebbe potuto compromettere il suo mandato. Uno dei suoi avversari politici ha persino affermato che votare per Bucci significava votare per qualcuno che sarebbe stato morto l’anno successivo. «Bene, sono qui, lieto di averlo smentito», ha risposto Bucci, dimostrando una resilienza e una determinazione notevoli.
In un contesto politico già difficile, dove i toni si alzano spesso e le campagne elettorali possono diventare aspre, Bucci ha dovuto fare i conti con le bassezze della politica. «Cose che fanno male, sono da bassa campagna elettorale, ma ci ho fatto il callo, sono abituato alle falsità della sinistra, che si inventa di tutto», ha affermato. Nonostante tutto, il governatore ha dimostrato di avere una notevole forza interiore e una grande capacità di affrontare le avversità, sia sul piano personale che professionale.
Le cure alle quali si è sottoposto, in particolare le terapie monoclonali, hanno avuto un ruolo fondamentale nel suo recupero. Queste terapie, che aumentano le difese immunitarie del corpo e possono rinvigorire il paziente, si sono rivelate efficaci nel suo caso. Bucci ha sottolineato come il lavoro politico e l’impegno quotidiano possano fungere da antidoto contro i pensieri negativi, conferendo un senso di scopo e di energia. «Il lavoro ti dà energia, uno scopo, tiene lontani i cattivi pensieri», ha dichiarato, evidenziando l’importanza di mantenere una mentalità positiva anche nei momenti più bui.
Ora, mentre guarda al futuro con rinnovata speranza e determinazione, Bucci sa che la sua battaglia non è ancora completamente conclusa. Sebbene il tumore sia stato sconfitto, continua a seguire un percorso di terapia immunologica. «In casi come il mio servono anni prima di potersi dire davvero fuori», ha spiegato, consapevole che il cammino verso la piena salute richiede tempo e pazienza.
Il racconto di Marco Bucci non è solo una testimonianza di resistenza e speranza, ma anche un esempio di come le sfide personali possano influenzare la vita pubblica. La sua esperienza ha toccato profondamente molte persone, ispirando chi si trova ad affrontare situazioni simili e dimostrando che la forza di volontà e il supporto medico possono fare la differenza. Oggi, il governatore della Liguria si trova in una posizione privilegiata per continuare a servire la sua comunità, più forte e determinato che mai.
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