Il caso di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita a Trieste il 5 gennaio 2022, continua a generare interrogativi e polemiche. Recentemente, Sebastiano Visintin, unico indagato per omicidio in relazione alla morte della moglie, è intervenuto nella trasmissione “Porta a Porta”, condotta da Bruno Vespa. Durante l’intervista, ha ribadito con fermezza la sua innocenza, sostenendo che la morte di Liliana debba essere considerata un suicidio.
Visintin ha presentato la videocamera GoPro, che secondo le sue affermazioni, è stata oggetto di un’analisi approfondita da parte della Procura. Ha dichiarato: «La GoPro è stata a disposizione delle autorità per mesi, hanno scaricato tutto, foto e video, e poi me l’hanno restituita». Questa affermazione si inserisce in un contesto di discussione animata riguardo alla scomparsa di alcune immagini dalla videocamera, un tema centrale nelle indagini e nelle polemiche.
La questione della richiesta di archiviazione
Un momento cruciale per il caso è stato il 13 giugno 2023, quando il Gip di Trieste, Luigi Dainotti, ha rifiutato la richiesta di archiviazione proposta dalla Procura, indicando la necessità di approfondire alcuni punti. Visintin ha risposto a queste preoccupazioni, affermando che la formattazione della scheda della GoPro non ha alcun significato, poiché il contenuto era già stato trasferito su hard disk. Ha spiegato: «Quando ho finito di fare le mie cose, attacco il pc e scarico il contenuto nel mio hard disk. Quindi che senso ha tenere tutto qui dentro?».
Le affermazioni di Visintin
Tuttavia, la questione della scomparsa di alcune immagini è stata sollevata da Vespa, che ha richiamato l’attenzione sulla relazione della Polizia Postale, confermando che solo alcune immagini erano scomparse. Visintin ha liquidato questa informazione, dichiarando: «Non so da dove esca la notizia». Questo scambio ha messo in evidenza la tensione e la confusione che circondano il caso, con Visintin che ha criticato l’operato del gruppo Penelope, che si occupa dei familiari di Liliana, definendo la situazione un «ennesimo flop».
Visintin ha espresso la sua convinzione che Liliana si sia suicidata, affermando: «Sono convinto che Liliana sia uscita di casa, e questo mi distrugge ancora di più, lasciando documento, portafogli, la fede». Ha descritto il suo stato d’animo e la sua incredulità nel trovare la casa in perfetto ordine al suo ritorno, sottolineando che Liliana avrebbe addirittura fatto le lavatrici prima di uscire.
Richieste di indagini più approfondite
Visintin ha anche menzionato la presenza di Claudio Sterpin, un amico di Liliana, che la mattina della sua morte si sarebbe recato in questura per indicare dove cercare il corpo. Questa affermazione ha spinto Visintin a chiedere ulteriori accertamenti su tutte le persone vicine a Liliana, suggerendo che ci siano aspetti che necessitano di maggiore attenzione e indagine.
Il suo intervento ha incluso una richiesta di una terza perizia medico-legale, poiché le prime due analisi hanno fornito conclusioni contrastanti: la prima, condotta dal prof. Kostantinides, ha indicato un suicidio, mentre la seconda, della prof. Cattaneo, ha suggerito un omicidio. Questo contrasto ha alimentato ulteriormente il dibattito sulle circostanze della morte di Liliana.
Visintin ha anche evidenziato una serie di errori nella gestione del caso, in particolare per quanto riguarda il fatto che il corpo di Liliana sia rimasto in obitorio per cinque giorni a temperatura ambiente. Questo dettaglio ha sollevato preoccupazioni riguardo alle procedure seguite dalle autorità e all’adeguatezza delle indagini condotte fino a quel momento.
Il caso di Liliana Resinovich rimane aperto e complesso, con molte domande senza risposta. La testimonianza di Visintin, le sue affermazioni e le richieste di indagini più approfondite continuano a mantenere viva l’attenzione pubblica e mediatica su questa tragica vicenda. La ricerca della verità è un processo delicato, e la questione della morte di Liliana Resinovich è destinata a rimanere al centro dell’attenzione fino a quando non si troveranno risposte definitive.