Intervistare Gianni Di Gregorio è un’esperienza che ricorda l’entrata in un suo film. La gentilezza e l’accoglienza che mostra sono immediatamente percepibili, così come l’ironia e la simpatia che trasmette. In questo modo, il regista riesce a creare un’atmosfera familiare e intima, un’esperienza che si riflette perfettamente nella sua nuova commedia “Come ti muovi sbagli”, presentata al Lido nell’ambito delle Giornate degli Autori. In questo film, Di Gregorio non è solo il regista, ma anche coprotagonista, affiancato da un cast di talenti come Greta Scarano, Tom Wlaschiha e Iaia Forte.
La trama del film
L’opera si distingue per la sua struttura semplice, tipica dello stile di Di Gregorio, e offre una riflessione profonda sull’importanza della famiglia, che rappresenta il centro di ogni umanità. “Della famiglia non possiamo fare a meno, anche se poi ce ne lamentiamo tutti. E questo per l’importanza dei sentimenti che ci sono dentro, anche se poi crea come una prigione addosso”, ha dichiarato il regista in un’intervista all’ANSA. Queste parole racchiudono l’essenza del film e il tema centrale che lo attraversa.
La trama del film, distribuito da Fandango a partire dal 5 settembre, segue le vicende di un professore di 76 anni, interpretato dallo stesso Di Gregorio, che vive serenamente a Roma. La sua vita tranquilla viene però sconvolta dall’arrivo inatteso di sua figlia Sofia, interpretata da Greta Scarano, che torna dalla Germania con i due figli adolescenti dopo aver lasciato il marito Helmuth, interpretato da Tom Wlaschiha. Con l’arrivo di Sofia, Di Gregorio si ritrova a dover affrontare:
- Il caos della sua famiglia allargata.
- L’arrivo del genero, che decide di intraprendere un viaggio a piedi dalla Germania con il loro cane lupo, per cercare una sorta di espiazione.
I personaggi e le relazioni
La figura del protagonista è centrale nella narrazione, ma Di Gregorio sottolinea come, in questo film, abbia voluto dare spazio anche ad altri personaggi, rendendoli parte integrante della storia. “Da una parte è un po’ una prigione il fatto che continuo ad indagare su questo personaggio che poi sono io, ma questa volta ho pensato di renderlo meno centrale e l’ho voluto circondato da tanti altri personaggi”, spiega il regista. Nonostante il suo desiderio di dedicarsi esclusivamente alla regia, il pubblico continua a chiedergli di recitare, il che lo porta a riflettere sull’idea di interpretare un ruolo a questa età: “Fare l’attore a questa età è una cosa faticosissima. Ti dicono sempre: ‘hai la gobba’, ‘guarda, i tuoi denti traballano’, ‘stai dritto con la schiena’. Tutte cose orrende”, afferma ridendo.
La personalità di Di Gregorio si riflette chiaramente nei suoi personaggi, spesso caratterizzati da un atteggiamento accomodante. “È sempre più così per me con l’età. Quando ero più giovane ci soffrivo. Mi chiedevo: dire sempre sì dove mi porterà? Ma ho visto poi che facendo così praticamente ho ottenuto molte cose. Se non sei aggressivo, non dai fastidio a nessuno… alla fine ti vogliono bene in qualche maniera”, racconta.
Riflessioni sul mondo contemporaneo
La sua vita personale ha influenzato il suo modo di vedere le relazioni. Ha avuto una compagna per dieci anni, ma dopo la loro separazione ha trovato una nuova compagna, con cui è attualmente sposato. Tuttavia, non è mancato un periodo di solitudine in cui ha dovuto affrontare la vita quotidiana da solo. “Avevo bisogno di qualcuno che venisse a casa per le pulizie. Avevo trovato una mono-camera dove però tutte le donne mi trattavano malissimo, proprio come mia madre, ‘Guarda stai fumando’, ‘Questa casa fa veramente schifo'”, racconta Di Gregorio, con una certa nostalgia per i momenti passati. La situazione è cambiata quando ha incontrato il suo attuale aiutante indiano, un professore universitario che, pur non essendo particolarmente ordinato, ha saputo instaurare un buon rapporto con lui.
Riflettendo su ciò che non gli piace dell’oggi, Di Gregorio esprime una certa preoccupazione per il mondo contemporaneo. “Fino a qualche tempo fa era più facile rispondere, ma con la velocità dell’oggi mi sembra che stia impazzendo. Prima avevo l’impressione che potesse andare a finire male, che la tecnologia ci avrebbe bruciato i sentimenti e oggi c’è la conferma che questo sta accadendo”, confida. Nonostante queste preoccupazioni, mantiene una visione ottimistica nei confronti dell’amore e dell’amicizia, considerandoli elementi fondamentali della vita umana, lontani dall’essere obsoleti.
In un’epoca in cui i legami familiari e affettivi sono messi a dura prova dalle dinamiche sociali e tecnologiche, il film di Di Gregorio si propone di esplorare questi temi con sensibilità e ironia, offrendo al pubblico una riflessione profonda e toccante sulla famiglia e i suoi complessi sentimenti.