Kim Novak riceve il Leone alla carriera: un legame profondo con il suo pubblico

Kim Novak, una delle figure più emblematiche del cinema classico di Hollywood, ha recentemente ricevuto il Leone d’oro alla carriera durante la Mostra internazionale del cinema di Venezia. Questo prestigioso riconoscimento, presentato dal presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ha avuto come cornice una cerimonia carica di emozioni, culminata in un’ovazione che ha scosso la sala per oltre otto minuti. La star, nata nel 1933, ha affrontato il pubblico con un elegante abito nero e una stola di seta che rifletteva il suo stile intramontabile.

“Questo premio lo ricevo io, ma è per tutti voi. Io sono voi e voi siete me“, ha dichiarato Novak, esprimendo un forte sentimento di comunità e connessione che ha caratterizzato la sua carriera. La sua gratitudine è stata rivolta non solo alla platea, ma anche ai suoi genitori, i veri architetti della sua vita e della sua carriera. Novak ha raccontato: “Mio padre mi ha donato il sistema di valori in cui credo e mia madre, sin da quando ero una bambina timida, mi ha insegnato ad essere la capitana della mia nave”, evidenziando l’importanza delle radici familiari nel suo percorso artistico.

La celebrazione di una carriera leggendaria

La cerimonia è stata aperta dal direttore della Mostra, Alberto Barbera, che ha esaltato la carriera di Novak, descrivendola come un’icona del cinema. “Celebriamo una delle attrici più amate della grande stagione del cinema hollywoodiano. Avere Kim Novak con noi è un privilegio“, ha affermato Barbera, sottolineando l’impatto duraturo che l’attrice ha avuto sull’industria cinematografica.

Guillermo del Toro, regista pluripremiato e appassionato di cinema, ha onorato Novak con una laudatio che ha messo in luce la sua versatilità come attrice. Del Toro ha sottolineato la capacità di Novak di incarnare una vasta gamma di personaggi, da figure eteree a eroine tragiche. Ha citato alcuni dei film più celebri di Novak, come:

  1. La donna che visse due volte
  2. Baciami, stupido

“Kim Novak ha dimostrato che l’arte di recitare può andare oltre le convenzioni, esplorando le fragilità e i poteri insiti in ogni personaggio”, ha dichiarato Del Toro, evidenziando il suo lavoro con registi di fama come Alfred Hitchcock e Billy Wilder. Ha continuato dicendo: “In tutte le sue performance, Kim porta con sé un pizzico di lutto e di mistero, un aspetto che rende ogni suo personaggio unico e memorabile”.

Un messaggio di ispirazione e consapevolezza

Kim Novak ha poi preso la parola per riflettere sulla realtà contemporanea, esprimendo il desiderio di ispirare le generazioni future. “Sono qui per esprimermi e ispirare più persone possibile”, ha dichiarato, richiamando l’attenzione su temi rilevanti come i diritti umani e la democrazia. “Dobbiamo unirci e lavorare insieme per salvare le nostre democrazie. Troppe persone hanno già sacrificato la loro vita”, ha aggiunto, evidenziando una preoccupazione che trascende il mondo del cinema e si estende alla società nel suo complesso.

In un momento particolarmente intimo del suo discorso, Novak ha parlato della sua esperienza con la salute mentale, rivelando di essere bipolare. Ha condiviso come la pittura sia stata una forma di terapia per lei, un modo per esprimere le sue emozioni e affrontare le sfide della sua vita. “Consiglio a chiunque si trovi ad affrontare simili problemi di esplorare l’arte, perché può davvero aiutare a esprimere ciò che si ha dentro”, ha affermato, sottolineando l’importanza dell’espressione artistica come strumento di guarigione.

La serata si è conclusa con la proiezione del documentario “Kim Novak’s Vertigo”, diretto da Alexandre O. Philippe, offrendo al pubblico l’opportunità di esplorare in profondità la vita e la carriera di questa straordinaria attrice. Novak ha dimostrato non solo di essere un’icona del grande schermo, ma anche una figura di resilienza e ispirazione, capace di affrontare le avversità con grazia e determinazione.

In un’epoca in cui il cinema è sempre più influenzato da dinamiche sociali e culturali, la presenza di Kim Novak alla Mostra di Venezia rappresenta un richiamo a riflettere sulle storie che raccontiamo e sul potere del cinema di unire le persone, di dare voce a chi non ne ha e di stimolare una riflessione critica su temi di grande rilevanza. Con il suo Leone d’oro, Novak non solo celebra il suo passato, ma offre anche una visione per il futuro del cinema, invitando tutti a unirsi nella lotta per i diritti e la verità.

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