Il sindaco di Udine chiede il rinvio della partita Italia-Israele: «Aspettiamo tempi migliori»

A pochi giorni dalla partita Italia-Israele a Udine, si è riaccesa una vivace discussione sulla opportunità di svolgere l’incontro, previsto per le qualificazioni ai Mondiali 2026. Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla delicatezza del momento attuale, suggerendo che sarebbe più opportuno attendere tempi migliori. Questa posizione è emersa in un’intervista al Messaggero Veneto, dove De Toni ha sottolineato l’importanza di riflettere sulla sofferenza umana che si sta vivendo in queste settimane, specialmente a causa della crisi in Medio Oriente e della situazione a Gaza.

la crisi in medio oriente e le sue conseguenze

La crisi in Medio Oriente ha generato un clima di tensione e manifestazioni in tutto il mondo, inclusa l’Italia. De Toni ha dichiarato: «Israele non è stato escluso dalle competizioni sportive internazionali, ma di fronte a un dramma che non ha eguali negli ultimi ottant’anni, io dico: fermiamoci. Giocare adesso sarebbe inopportuno». Questa affermazione evidenzia la necessità di considerare il contesto globale prima di procedere con eventi sportivi.

la gestione dell’ordine pubblico

Un altro aspetto cruciale sollevato dal sindaco riguarda la gestione dell’ordine pubblico. Nonostante il Comune di Udine non abbia responsabilità organizzative dirette per la partita, De Toni è consapevole delle sfide legate alla sicurezza. Ha chiarito: «Siamo al terzo livello, chiamati a occuparci di ordine pubblico con il coordinamento della Prefettura». Le preoccupazioni per possibili disordini sono amplificate dal ricordo delle manifestazioni di dissenso avvenute durante l’ultima partita tra le due nazionali.

  1. Preoccupazioni per la sicurezza: La gestione dell’ordine pubblico è una questione delicata.
  2. Manifestazioni di dissenso: Eventi passati suggeriscono che potrebbero verificarsi tensioni.
  3. Riflessioni sul contesto: La situazione attuale richiede una valutazione attenta.

la petizione per il rinvio

A sostegno della richiesta di rinvio, è stata avviata una petizione online dal movimento politico Possibile, che ha già raccolto oltre 20.000 firme per chiedere l’annullamento della partita. Questa mobilitazione dimostra quanto sia sentita la questione e quanto il pubblico sia sensibile agli eventi internazionali che influenzano la vita quotidiana. La petizione ha attirato l’attenzione dei media e ha dato voce a una parte della popolazione che ritiene che il calcio non possa essere disgiunto dalla realtà sociale e politica.

In un contesto più ampio, è importante riconoscere come il calcio possa diventare un terreno di scontro ideologico. Le sfide tra nazioni possono apparire insensibili in momenti di crisi, e la questione del rinvio della partita Italia-Israele è un riflesso delle preoccupazioni più ampie riguardanti la pace e la giustizia.

La dichiarazione personale del sindaco De Toni, in cui afferma: «Ho settant’anni. Non ricordo nulla di simile a quel che sta accadendo a Gaza», mette in luce come l’esperienza storica possa influenzare le opinioni sulla situazione attuale.

La partita si avvicina, e con essa cresce la tensione non solo tra le squadre, ma anche tra le opinioni pubbliche riguardo alla sua opportunità. La richiesta di rinvio da parte del sindaco rappresenta una voce in un coro di sentimenti contrastanti, dove il desiderio di praticare sport si scontra con la necessità di essere sensibili alle sofferenze umane. La situazione è delicata, e il futuro della partita rimane incerto, mentre la città di Udine si prepara a far fronte a un evento che potrebbe rivelarsi molto più di una semplice competizione sportiva.

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