Investita mentre salva un coniglio: il pirata della strada scagionato dall’alcol test

La tragica storia di Noemi, una giovane di 20 anni, ha scosso profondamente la comunità di Fenegrò, un piccolo paese in provincia di Como. La notte del 29 marzo, Noemi ha perso la vita mentre cercava di soccorrere un coniglio investito lungo una strada statale. Il suo fidanzato, nel tentativo di prestare aiuto, stava contattando un veterinario per ricevere indicazioni su come procedere in una situazione così delicata. Purtroppo, l’atto altruistico di Noemi si è trasformato in una tragedia quando un’auto, guidata da Vincenzo Crudo, l’ha travolta a tutta velocità.

l’incidente fatale

L’incidente è avvenuto intorno alle 2 di notte, quando Noemi, con i lampeggianti accesi, cercava di rianimare il coniglietto. L’auto di Crudo, che viaggiava a una velocità di circa 100 km/h, l’ha investita senza che il conducente se ne accorgesse. Dopo l’impatto, Noemi ha subito un volo di circa 50 metri ed è deceduta sul colpo, come confermato dall’autopsia. Invece di fermarsi per prestare soccorso, Crudo ha abbandonato la scena dell’incidente in modo sconsiderato.

La polizia ha rintracciato l’auto di Crudo grazie alle telecamere di sorveglianza. Dopo averlo svegliato nel suo appartamento alcune ore dopo l’incidente, è stato effettuato un alcol test che ha rivelato un tasso di alcol nel sangue di 1,46, poco sotto la soglia di legge. Questo dato ha sollevato interrogativi sulla responsabilità del conducente e sull’impatto che l’alcol potrebbe aver avuto sulla sua capacità di reazione.

le conseguenze legali

La situazione legale si è complicata ulteriormente quando Crudo ha cercato di giustificare il suo comportamento, affermando di non essere uscito di casa quella notte e che la sua auto era stata rubata. Tuttavia, le prove raccolte dalle autorità hanno dimostrato il contrario. Dopo tre mesi, nel giugno successivo all’incidente, Crudo ha ammesso di aver investito Noemi. È stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo, ma il giudice per le indagini preliminari ha concesso gli arresti domiciliari.

Questo caso ha suscitato indignazione nella comunità e tra i familiari di Noemi. La madre ha espresso il proprio dolore e la propria rabbia, sottolineando l’inadeguatezza delle leggi italiane sulla guida in stato di ebbrezza. L’avvocato della famiglia, Edoardo Mastice, ha presentato una memoria difensiva sostenendo che il tasso alcolemico al momento dell’incidente era in realtà di 1,80, ben oltre la soglia consentita. Se confermato, questo dato potrebbe portare a pene più severe, da un minimo di 8 anni a un massimo di 12 anni di reclusione.

il ricordo di noemi

Il ricordo di Noemi è ancora vivo tra amici e familiari. Era conosciuta per il suo amore per gli animali e per la sua dedizione nel prendersi cura di ogni creatura in difficoltà. La sorella Alyssa ha raccontato che poco prima dell’incidente, il fidanzato di Noemi l’aveva chiamata, piangendo per il coniglio che stavano cercando di soccorrere. Questo dettaglio ha reso la tragedia ancora più straziante per chi la conosceva.

L’accaduto ha acceso un’ampia discussione sulla sicurezza stradale e sull’importanza di prestare soccorso in caso di incidenti. La comunità locale ha organizzato eventi commemorativi in memoria di Noemi, e molti hanno chiesto un cambiamento nelle leggi sulla guida in stato di ebbrezza, affinché situazioni simili non si ripetano in futuro.

In un contesto in cui la sensibilizzazione sulla sicurezza stradale è fondamentale, la storia di Noemi ci ricorda che ogni vita ha un valore e che il rispetto delle norme di sicurezza e delle responsabilità civili è imprescindibile per garantire la sicurezza di tutti. La vicenda continua a essere seguita con attenzione, mentre la famiglia di Noemi cerca giustizia per la loro amata.

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