Nel 1952, il regista Giuseppe De Santis, figura di spicco del neorealismo italiano, presentò al pubblico “Roma ore 11”, un film ispirato a un tragico fatto di cronaca avvenuto a Roma. Questa pellicola, prodotta da Titanus, vanta un cast eccezionale, comprendente attori come Maria Grazia Francia, Delia Scala, Lea Padovani, Massimo Girotti, Raf Vallone, Elena Varzi, Lucia Bosè, Carla Del Poggio, Paola Borboni e Paolo Stoppa. A distanza di trent’anni dal conferimento del Leone d’oro alla carriera a De Santis, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, in collaborazione con Titanus SpA, presenterà il restauro del film in anteprima mondiale nella sezione Venezia Classici della Mostra del Cinema di Venezia, che si svolgerà dal 27 agosto al 6 settembre.
L’evento drammatico che ha ispirato il film
“Roma ore 11” trae origine da un evento drammatico accaduto il 15 gennaio 1951, quando uno scalone di una palazzina in Via Savoia a Roma crollò, causando la morte di una giovane e ferendo circa 80 persone. Questo incidente, che coinvolse circa 200 ragazze in attesa di un colloquio per un posto come dattilografa, colpì profondamente l’opinione pubblica, diventando un simbolo di un’Italia in fase di ricostruzione, caratterizzata da povertà e mancanza di tutele per le lavoratrici. L’episodio venne indagato da Elio Petri, un giornalista che, su incarico di De Santis, condusse un’inchiesta approfondita per preparare il progetto cinematografico.
Il coraggio di affrontare tematiche scomode
De Santis, nel libro “L’avventurosa storia del cinema italiano”, curato da Franca Faldini e Goffredo Fofi, espresse come la lettura di quel fatto di cronaca lo colpì profondamente, sottolineando l’emblematicità della condizione di disoccupazione femminile a Roma. Il film si distingue per il suo coraggio nell’affrontare tematiche all’epoca considerate scomode. Come afferma Guido Lombardo, presidente di Titanus SpA, l’opera è stata audace nel cercare di mettere in luce le ingiustizie sociali e le difficoltà lavorative delle donne, rendendo il film di De Santis straordinariamente attuale.
Il restauro e il suo significato
Il restauro di “Roma ore 11” non solo riporta alla luce un’opera fondamentale del neorealismo italiano, ma offre anche uno sguardo critico sul mondo del lavoro, evidenziando la lotta quotidiana delle persone comuni. Gabriella Buontempo, presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, evidenzia come il restauro migliori la qualità visiva e sonora del film, permettendo al pubblico odierno di apprezzarne appieno il valore storico e culturale.
Il neorealismo, movimento cinematografico emerso in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha avuto un impatto profondo sulla rappresentazione della vita quotidiana e delle ingiustizie sociali. “Roma ore 11” rappresenta un esempio lampante di come il cinema possa fungere da strumento di denuncia e riflessione, offrendo uno spaccato della realtà in cui i problemi delle donne e della classe lavoratrice emergono con forza.
Il restauro, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, celebra la grandezza di De Santis come regista e offre un’opportunità per le nuove generazioni di scoprire e riflettere su temi attuali. Attraverso la visione rinnovata di “Roma ore 11”, il pubblico potrà rivivere l’energia e l’urgenza del messaggio di De Santis, invitando a interrogarsi su questioni di giustizia sociale e diritti delle lavoratrici.
In un contesto cinematografico in continua evoluzione, il ritorno di “Roma ore 11” rappresenta un’importante occasione per riconsiderare il ruolo del cinema come strumento di cambiamento sociale e culturale. La riproposizione di opere come questa non solo arricchisce la nostra cultura cinematografica, ma ci ricorda l’importanza di confrontarci con la nostra storia e le sue verità scomode.