La regista milanese Tekla Taidelli, classe 1977, si afferma come una delle figure più significative nel panorama cinematografico italiano. La sua carriera, che si è sviluppata intensamente negli ultimi vent’anni, è caratterizzata da opere che affrontano temi complessi come l’amore, la tossicodipendenza e la ricerca di identità. Con il suo film d’esordio, “Fuori vena” (2005), presentato al Festival di Locarno, Taidelli ha catturato l’attenzione della critica, guadagnandosi il riconoscimento di Claudio Caligari e venendo accolta nel mondo dei “registi maledetti”.
Dopo quasi vent’anni di attesa, la regista torna con il suo secondo lungometraggio, “6:06”, presentato nella sezione “Notti Veneziane” delle Giornate degli Autori durante la Mostra del Cinema di Venezia, dal 27 agosto al 6 settembre 2023. Questo nuovo film rappresenta un’evoluzione del suo linguaggio cinematografico e offre un’introspezione personale e collettiva su temi cruciali per la società contemporanea.
La trama di “6:06”
“6:06” narra la storia di Leo, un giovane di ventisei anni, interpretato da Davide Valle, intrappolato in un ciclo di precarietà e tossicodipendenza. La sua vita è segnata da un mondo in bianco e nero, dove la difficoltà di mantenere un lavoro si intreccia con la necessità di finanziare il proprio consumo di droghe. La sua spirale di autodistruzione viene interrotta dall’incontro con Jo-Jo, interpretata da George Li Tourniaire, una misteriosa ragazza francese che ha appena affrontato un lutto. Jo-Jo offre a Leo una nuova prospettiva, invitandolo a intraprendere un viaggio verso il Portogallo.
Tematiche di speranza e rinascita
La trama di “6:06” non è solo un viaggio fisico, ma anche un percorso interiore che costringe i protagonisti a confrontarsi con i propri demoni e a prendere decisioni difficili. Taidelli desidera trasmettere un messaggio di speranza e rinascita, sottolineando che, dopo aver affrontato l’inferno delle proprie esperienze, esiste sempre la possibilità di trovare la felicità. La regista afferma: “Dopo essere passata per l’inferno, vorrei che il mio cinema arrivasse a tutti per raccontare la felicità e la rinascita come valori universali.”
L’esperienza personale di Tekla Taidelli
Un aspetto interessante di “6:06” è la capacità di riflettere una parte intima e personale della vita di Taidelli. La regista utilizza esperienze passate, comprese le difficoltà legate alla tossicodipendenza e il periodo trascorso per strada, per conferire autenticità ai personaggi e alle loro storie. “È come se si incontrassero due parti di me, quella più tormentata e quella che riflette l’aver trovato un’armonia,” spiega la regista, evidenziando come il film rappresenti una sorta di catarsi personale.
La Scuola di Street Cinema, fondata da Taidelli nel 2013 a Milano, ha avuto un ruolo cruciale nel suo percorso professionale. Qui, insegna ai suoi allievi a dare voce agli “invisibili”, utilizzando testi di grandi autori, da Shakespeare a Pasolini, adattati a temi di attualità. Questo approccio educativo riflette il desiderio di creare un impatto positivo nella vita dei giovani, aiutandoli a esprimere le proprie esperienze e a sviluppare una coscienza critica. “Mi piacerebbe che ‘6:06’ arrivasse soprattutto ai ragazzi di oggi, che spesso sono disillusi e stanno vivendo un vuoto culturale e generazionale,” sottolinea Taidelli.
La produzione di “6:06” è stata affidata a Argo Film, Tranky Film e Filmesdamente, con distribuzione prevista da LSPG Popcorn. Questo lungometraggio ha già suscitato grande interesse nel pubblico, non solo per la sua trama intensa, ma anche per la qualità artistica e la profondità emotiva che caratterizzano il lavoro di Taidelli.
Con “6:06”, Tekla Taidelli offre uno spaccato della vita di un giovane alle prese con le proprie fragilità, invitando a riflettere su temi come la speranza, la rinascita e la ricerca di un senso in un mondo che a volte sembra privo di direzione. La sua visione cinematografica, arricchita dalla sua esperienza personale, rappresenta un importante contributo al dibattito culturale contemporaneo, portando alla luce storie di resilienza e cambiamento.