Un’amicizia tragica: il padre del ragazzo scomparso chiede giustizia dopo l’accusa di omicidio per l’amico 15enne

La tragica vicenda di Abdou Ngom, un ragazzo di 13 anni scomparso nel fiume Tanaro, ha scosso profondamente la comunità di Bra e ha sollevato interrogativi su responsabilità e sicurezza. La ricerca del corpo di Abdou, che si protrae da mesi, ha portato alla luce una drammatica realtà che coinvolge non solo la famiglia Ngom, ma anche il comportamento dei giovani e la necessità di educazione sui pericoli legati all’acqua. La disperazione del padre, Khadim Ngom, è palpabile: «Cercate mio figlio, restituitemi il suo corpo. Voglio soltanto riportarlo in Senegal e piangerlo».

La scomparsa di Abdou

Il 22 aprile 2023, Abdou è scomparso nelle acque del fiume Tanaro, mentre si trovava con un gruppo di amici. Khadim, che vive in Italia da 24 anni, racconta di come quel giorno il figlio sia uscito senza avvisare nessuno. La ricerca disperata di verità ha portato la famiglia a vivere un doppio lutto: la morte del giovane e l’impossibilità di salutarlo in modo adeguato. «Dopo la sua morte abbiamo celebrato due cerimonie, una a Bra e l’altra in Senegal», spiega Khadim, evidenziando l’importanza delle tradizioni.

L’ipotesi di omicidio

Inizialmente, si pensava che Abdou fosse scivolato nel fiume, ma le indagini hanno rivelato che un ragazzo di 15 anni lo avrebbe spinto, nonostante lui avesse ripetuto di non saper nuotare. Questo gesto, apparentemente innocente, ha avuto conseguenze tragiche. Il 15enne è stato arrestato e accusato di omicidio volontario. La famiglia Ngom, però, desidera più di una semplice punizione: cerca risposte e verità su quanto accaduto.

La ricerca di giustizia

Le indagini si sono intensificate dopo che sono emerse nuove testimonianze e prove. Gli inquirenti stanno esaminando chat e intercettazioni che suggeriscono un tentativo di coprire l’accaduto. Il ragazzo accusato ha negato di aver spinto Abdou, ma gli investigatori continuano a lavorare per fare chiarezza. La storia di Abdou Ngom ha messo in luce la necessità di educare i giovani sui pericoli legati all’acqua e la responsabilità degli adulti nel garantire la sicurezza dei minori.

La vicenda di Khadim e Abdou è una storia di speranza e ricerca di giustizia, che invita tutti a riflettere sulla fragilità della vita e sulla responsabilità che ognuno di noi ha nel proteggere i più vulnerabili.

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