Botulino letale: l’inchiesta svela le negligenze dei medici e i misteri dei barattoli esposti al sole

L’epidemia di intossicazione alimentare legata al botulino ha colpito la comunità di Diamante, in Calabria, portando alla luce un caso giudiziario complesso che coinvolge il proprietario di un food truck e due medici, Luigi Di Sarno e Tamara D’Acunto, che hanno curato le vittime. L’inchiesta, condotta dalla Procura di Paola sotto la direzione del procuratore Domenico Fiordalisi, si concentra sulla somministrazione di alimenti contaminati e sulla gestione delle emergenze sanitarie.

I casi delle vittime

Luigi Di Sarno, un 50enne di Cercola, Napoli, è deceduto dopo aver consumato un panino con salsiccia e cime di rapa dal food truck di Diamante. Le sue condizioni sono rapidamente peggiorate, portandolo a recarsi in una clinica privata di Belvedere Marittimo. Qui, i medici lo hanno indirizzato verso una struttura più attrezzata, ma un’eliambulanza è stata chiamata in soccorso durante il viaggio verso l’ospedale San Giovanni di Lagonegro. Purtroppo, Di Sarno non è riuscito a sopravvivere.

Anche Tamara D’Acunto, 45 anni e residente a Diamante, ha avuto una sorte simile. Dopo aver mangiato lo stesso panino, ha accusato sintomi di intossicazione e si è recata nella stessa clinica. A differenza di Di Sarno, però, non ha ricevuto interventi salvavita adeguati e il 6 agosto è deceduta. Entrambi i casi hanno portato a un’indagine approfondita, con i medici indagati per omicidio colposo e lesioni personali colpose.

Le indagini sulla conservazione degli alimenti

Le indagini si concentrano anche sulle modalità di conservazione degli alimenti. Il proprietario del food truck ha dichiarato che i barattoli di broccoli, presumibilmente contaminati, erano esposti al sole per attirare i clienti. Ha spiegato: «Tenevo i barattoli aperti al sole per farli vedere». Questa pratica potenzialmente pericolosa potrebbe aver contribuito alla proliferazione del batterio botulinico, evidenziando l’importanza della corretta conservazione degli alimenti per prevenire la contaminazione.

I primi esami condotti dall’Asp di Cosenza hanno confermato la presenza di botulino negli alimenti serviti, ma sono in corso test più approfonditi presso l’Istituto superiore di sanità, i cui risultati sono attesi per il 13 agosto. La Procura ha identificato 18 parti offese, tra cui 16 persone con sintomi di intossicazione, di cui 12 attualmente ricoverate nell’ospedale di Cosenza. Di questi, nove sono in terapia intensiva e tre in reparti ordinari, mentre sei pazienti hanno ricevuto il siero antibotulinico.

Responsabilità e sicurezza alimentare

La situazione è complicata dalla necessità di chiarire le responsabilità dei medici che hanno gestito i casi delle vittime. L’inchiesta ha evidenziato che le diagnosi iniziali potrebbero essere state errate o insufficienti, causando ritardi nei trattamenti salvavita. Questo solleva interrogativi sulla formazione e sulla prassi medica nelle strutture sanitarie coinvolte.

Il food truck, già sotto sequestro, è il fulcro dell’indagine. Gli investigatori stanno esaminando possibili omissioni o negligenze da parte del proprietario e del personale sanitario. Questo caso sottolinea l’importanza di avere procedure chiare e rigorose nella somministrazione di cibo e nella gestione delle emergenze sanitarie.

Le conseguenze di questa tragedia non si limitano alle vittime immediate. L’episodio ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza alimentare e la salute pubblica in Calabria, una regione già segnata da problemi di gestione sanitaria. Le famiglie delle vittime e la comunità locale chiedono giustizia e risposte chiare su come sia potuto accadere un episodio così grave.

L’inchiesta è ancora in fase preliminare e molte domande rimangono senza risposta. Gli sviluppi futuri saranno cruciali non solo per i familiari delle vittime, ma anche per il sistema sanitario e la regolamentazione della sicurezza alimentare in Italia. La sensibilizzazione su temi di igiene e sicurezza, soprattutto nelle attività di ristorazione itinerante, diventa quindi fondamentale per prevenire il ripetersi di tali eventi drammatici.

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