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La presenza delle mafie a Roma è un fenomeno che richiede attenzione e analisi approfondite. Negli ultimi anni, la Capitale ha assistito a un significativo aumento dell’influenza della Camorra, che ha preso il sopravvento nel panorama criminale romano, mentre altre organizzazioni, come Cosa Nostra, sembrano aver perso potere. Questo cambiamento è stato recentemente evidenziato dal prefetto di Roma, Lamberto Giannini, durante un’audizione presso la commissione parlamentare Antimafia a Palazzo San Macuto, dove ha fornito un’analisi dettagliata della situazione attuale.
La Camorra ha stabilito una sorta di “pax mafiosa” nella Capitale, consentendo una coesistenza tra diverse organizzazioni criminali, comprese le famiglie locali come la Banda della Magliana e nuove realtà come i Casamonica e gli Spada. In questo contesto, Michele Senese, un noto boss di origine campana, è emerso come il garante di questa pace, mantenendo un equilibrio per evitare conflitti tra le varie fazioni. Giannini ha sottolineato che, per queste organizzazioni, è fondamentale evitare la guerra tra bande per continuare a fare affari proficui.
Un aspetto preoccupante della situazione attuale è la forte presenza della ‘ndrangheta, che ha messo radici soprattutto sul litorale romano, in località come Anzio e Nettuno, dove i comuni sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose. Le famiglie Casamonica, attive a Roma sud, sono collegate agli Spada, che controllano Ostia, creando una rete di potere interconnessa e competitiva per il dominio del territorio.
Oltre alle mafie italiane, Roma ospita anche organizzazioni straniere. La mafia cinese è un esempio di sistema chiuso e omertoso, che opera principalmente nel settore del commercio all’ingrosso, mentre la mafia nigeriana è coinvolta in attività legate all’immigrazione clandestina e alla tratta di donne. Questi gruppi, sebbene meno visibili, contribuiscono a un panorama criminale complesso e interconnesso.
L’attività di spaccio è un aspetto centrale dell’economia mafiosa a Roma. Giannini ha descritto un’organizzazione altamente strutturata che coinvolge numerosi attori, dai pusher ai capi-piazza, con un sistema capace di garantire incassi considerevoli, fino a 30.000 euro al giorno. Le sostanze più diffuse sono la cocaina e il crack, mentre il Fentanyl, sebbene raro, rappresenta una preoccupazione crescente.
Recenti fatti di cronaca, come le esplosioni di bombe davanti a negozi a Ostia e Acilia, evidenziano la guerra tra bande per il controllo del territorio. Qui, la Camorra e le famiglie locali, come i Fasciani e gli Spada, si contendono il potere, mentre a Dragoncello e Acilia emergono nuove famiglie come i Sanguedolce, che si oppongono ai Costagliola.
L’analisi di Alfonso Sabella, ex magistrato ed esperto di mafie, offre ulteriori spunti sulla camorrizzazione di Roma. Secondo lui, la situazione attuale è caratterizzata da un equilibrio precario tra bande criminali, nessuna delle quali riesce a dominare completamente la città. La ‘ndrangheta, pur operando nell’ombra, controlla settori chiave come il riciclaggio e il narcotraffico, contribuendo a fare di Roma una delle principali piazze di spaccio in Europa.
In conclusione, nonostante le numerose inchieste e sentenze che documentano la presenza delle mafie a Roma, il fenomeno è spesso negato o minimizzato dalla società. È fondamentale che la società civile, le istituzioni e le forze dell’ordine collaborino per smantellare le reti mafiose che continuano a inquinare il tessuto sociale ed economico di Roma, garantendo un futuro migliore per la Capitale e i suoi cittadini.
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