Giona A. Nazzaro sul tax credit: la democrazia permette anche i film brutti

Il mondo del cinema è in continua trasformazione e, come ogni settore artistico, è al centro di dibattiti e controversie. Uno dei temi più discussi attualmente è il tax credit e i fondi statali destinati al settore cinematografico. Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival, ha recentemente condiviso le sue opinioni su questo argomento durante un incontro con l’ANSA, tenutosi presso l’ambasciata svizzera in Italia. Le sue parole, ricche di spunti di riflessione, hanno riacceso il dibattito sulla libertà creativa e sul ruolo delle istituzioni nel sostenere l’arte.

Il privilegio delle democrazie nel cinema

Nazzaro ha esordito con una battuta significativa: “Il privilegio delle democrazie è fare brutti film.” Questa affermazione, sebbene provocatoria, mette in evidenza una realtà fondamentale: il cinema, in quanto forma d’arte, non può essere ridotto a un semplice prodotto commerciale. Secondo Nazzaro, il cinema è un bene collettivo e, in quanto tale, le democrazie devono consentire la produzione di opere che non sempre raggiungono l’eccellenza artistica. Ha sottolineato che:

  1. Fare il cinema costa tanto.
  2. È necessario un sistema di finanziamento che permetta la creazione di opere di diversa natura e qualità.

La complessità del tax credit

La questione del tax credit è complessa e coinvolge vari fattori. Nazzaro ha chiarito che, sebbene sia auspicabile che i fondi pubblici vengano utilizzati per produrre solo film di alta qualità, la realtà è ben diversa. Ha affermato che:

  • Senza un sistema di sostegno pubblico al cinema, il mercato opererebbe una selezione molto severa.
  • È necessaria un’intervento statale per garantire la diversità e la pluralità di voci nel panorama cinematografico.

In questo contesto, Nazzaro ha anche richiesto maggiore trasparenza nella gestione dei fondi e un approccio più critico ai criteri di finanziamento. Ha dichiarato: “Un Paese che produce film brutti è sano,” evidenziando che le democrazie devono esprimere una gamma di opere che riflettano la società nella sua interezza.

Il ruolo del cinema nella società contemporanea

Il discorso di Nazzaro ha toccato anche temi più ampi riguardanti la funzione del cinema nella società contemporanea. In un periodo storico caratterizzato da crisi e conflitti, il cinema può e deve svolgere un ruolo importante nel raccontare storie significative e nel riflettere le contraddizioni del mondo attuale. Ha affermato che:

  • L’idea di fondo è quella di creare un programma in grado di riflettere le contraddizioni e i problemi degli ultimi anni.
  • La rassegna cinematografica di Locarno si propone di affrontare tematiche rilevanti e attuali.

Tra le scelte curatoriali del festival, Nazzaro ha menzionato opere come “With Hasan in Gaza” di Kamal Aljafari, che offre uno sguardo profondo sulla situazione nella Striscia di Gaza, piuttosto che limitarsi a mostrare immagini di conflitti estrapolate dai social media. La sua attenzione alla narrazione autentica e alla complessità dei contesti è un elemento distintivo del festival.

Inoltre, ha fatto riferimento a pellicole provenienti da realtà diverse, come “Le bambine” di Valentina e Nicole Bertani, un film che esplora l’infanzia e le sue sfide, rappresentando una voce originale nel panorama cinematografico contemporaneo. La scelta di opere provenienti da diverse culture è fondamentale per arricchire il dibattito artistico e garantire un pluralismo di visioni.

Il Locarno Film Festival, in programma dal 6 al 16 agosto, si preannuncia come un’importante piattaforma per il cinema internazionale, capace di dare voce a storie significative e di affrontare temi complessi. Nazzaro, con la sua visione artistica e il suo impegno per la diversità, rappresenta un faro per il futuro del cinema in un contesto sempre più sfidante. La sua posizione sul tax credit e sul ruolo delle istituzioni nel sostenere l’arte è un invito a riflettere su come il cinema possa continuare a prosperare e a evolversi all’interno delle democrazie, senza perdere di vista l’importanza della libertà creativa.

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