Micaela Ramazzotti: una ribellione sul grande schermo che sorprende

Micaela Ramazzotti, attrice e regista italiana, sta vivendo un momento di grande serenità e maturità personale e professionale. Immersa nelle acque cristalline di Maratea e circondata da una “tribù” familiare allargata, Micaela si prepara a dare il via a una nuova avventura cinematografica. Il suo prossimo film, “La guerra di Elena” di Stefano Casertano, è atteso con impazienza, soprattutto per la potenza del personaggio che interpreta: Elena Di Porto, una figura storica che incarna ribellione e coraggio in un contesto di guerra.

la nuova attitudine di micaela

In un’intervista con l’ANSA, Micaela ha confidato di sentirsi finalmente “scialla”, un termine colloquiale che riflette la sua nuova attitudine verso la vita. “Vivo una fase di maturità, meno ansiosa di come sono sempre stata”, ha dichiarato, sottolineando come il supporto del suo compagno Claudio Pallitto e delle sue figlie abbia contribuito a questo stato di serenità. Nonostante gli impegni professionali, Micaela è riuscita a trovare un equilibrio, dedicando tempo a se stessa e alla sua famiglia.

la preparazione per il film

La preparazione per il film “La guerra di Elena” è stata intensa e ha comportato diverse sfide. Micaela ha dovuto apprendere il giudaico romanesco, il dialetto della Roma della guerra, che oggi è quasi scomparso. “Mi ci sono ammalata per imparare questo dialetto”, ha raccontato, evidenziando la profondità che ha voluto dare al suo personaggio. La sua dedizione è testimoniata non solo dal lavoro sul linguaggio, ma anche dall’allenamento fisico:

  1. Claudio la allenava tutte le mattine.
  2. Ha paragonato le sue sessioni di sport all’aperto a quelle di Rocky Balboa, anche nelle condizioni climatiche più avverse.

Il film, che rappresenta l’opera prima del regista Casertano, ha già suscitato interesse, soprattutto considerando il tema della resistenza e della forza femminile durante la Seconda Guerra Mondiale. Micaela descrive Elena come una donna “selvaggia, generosa, coraggiosa e ribelle”, un personaggio che rappresenta una rottura rispetto ai ruoli più fragili che ha interpretato in passato.

l’importanza di ruoli forti

“Finalmente mi ha dato la possibilità di misurarmi con altri aspetti del femminile meno fragili e più complessi”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di ruoli che possano ispirare e mostrare la forza delle donne. Il suo precedente film da regista, “Felicità”, ha segnato una vera e propria svolta nella sua carriera, regalando a Micaela una nuova autostima. “Fare un film proprio come lo volevi, con una storia che dentro aveva un cuore nascosto”, ha affermato, riflettendo sull’importanza di avere il controllo creativo su un progetto.

La separazione dall’ex marito Paolo Virzì ha rappresentato una fase difficile della sua vita, ma Micaela ha imparato a gestire le sfide con pazienza e comprensione, sia per se stessa che per i suoi figli. La sua attenzione ai social media e il desiderio di proteggere i suoi figli dall’influenza di questi strumenti riflettono un approccio consapevole alla genitorialità.

l’empowerment femminile nel cinema

Parlando dell’empowerment femminile nel cinema italiano, Micaela ha sottolineato quanto lavoro ci sia ancora da fare. Quest’anno, a Venezia, nessuno dei film in concorso era diretto da donne, un dato che evidenzia la difficoltà di accesso delle donne nel settore. Tuttavia, Micaela è ottimista riguardo al futuro e sottolinea l’importanza delle storie di donne. “Se penso ai film che mi sono piaciuti di più negli ultimi anni, mi vengono in mente solo film di donne”, ha affermato, citando registe come Valeria Golino e Paola Cortellesi.

In questo contesto di crescita e cambiamento, Micaela sta lavorando al suo prossimo progetto da regista, puntando a collaborare con sceneggiatrici donne. “Mi sembra che lavorare insieme tra donne mi venga meglio, una psicoterapia”, ha scherzato, mettendo in evidenza l’importanza di creare una comunità di supporto tra donne nel cinema. Questo desiderio di condivisione e collaborazione è un segnale positivo per il futuro del settore, contribuendo a un ambiente più inclusivo e rappresentativo.

Micaela Ramazzotti, dunque, si presenta come una figura che, attraverso il suo lavoro e la sua crescita personale, continua a sfidare le convenzioni e a rappresentare una nuova visione del femminile nel cinema italiano. Con “La guerra di Elena”, non solo porta sul grande schermo una storia di resistenza e coraggio, ma offre anche un esempio di come le donne possano esprimere la loro forza attraverso l’arte e il racconto.

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