L’Acquario di Roma rappresenta un progetto ambizioso che avrebbe dovuto trasformare la Capitale in un polo d’attrazione per il turismo. Tuttavia, a distanza di vent’anni dalla posa della prima pietra, il cantiere rimane fermo, afflitto da debiti ingenti, cause legali e ritardi considerevoli. La possibilità di inaugurare l’acquario entro il 2025, in coincidenza con il Giubileo, sembra ormai un miraggio, lasciando spazio a interrogativi sul futuro di questa iniziativa.
Investimenti e debiti: la situazione economica
Il progetto ha già assorbito oltre 100 milioni di euro, ma il termine per la sua conclusione appare lontano. Secondo un report di Bloomberg, sarebbero necessari ulteriori 20 milioni di euro per completare la costruzione. La società Mare Nostrum Romae Srl, titolare della concessione, si trova in difficoltà nel reperire i fondi necessari. Le trattative con investitori, tra cui il fondo londinese Zetland Capital, si prolungano senza risultati concreti. Le banche creditrici, come Intesa Sanpaolo e UniCredit, hanno svalutato il 95% dei prestiti concessi, evidenziando una situazione finanziaria estremamente precaria.
Cause legali e contenziosi: una situazione complessa
Un ulteriore elemento di complicazione è rappresentato da un contenzioso in corso tra Mare Nostrum e EUR SpA, la società pubblica responsabile dello sviluppo urbanistico del quartiere EUR. Le cause legali includono:
- Richiesta di danni per i ritardi accumulati da EUR SpA.
- Necessità di mantenere viva la concessione per la gestione dell’acquario, attualmente in scadenza nel 2039.
- Richieste di garanzie da parte degli investitori per un’eventuale proroga della concessione.
EUR SpA ha manifestato disponibilità a estendere l’accordo fino al 2048, ma solo se il progetto verrà affidato a gruppi con comprovata esperienza nel settore. Tra le aziende che potrebbero garantire questa stabilità vi è Costa Edutainment SpA, già gestore dell’Acquario di Genova.
Impatto sulla città e sulle aspettative turistiche
La mancata realizzazione di un progetto di tale portata non solo rappresenta una perdita economica, ma ha anche un impatto significativo sull’immagine di Roma come meta turistica. La Capitale, già alle prese con problematiche legate al turismo di massa, rischia di perdere un’opportunità unica di diversificare la propria offerta. Un acquario all’avanguardia avrebbe potuto attrarre famiglie e giovani, rispondendo a una crescente domanda di attrazioni moderne e sostenibili.
La frustrazione tra cittadini e turisti cresce, poiché l’Acquario di Roma è percepito come un simbolo delle promesse non mantenute dalla pubblica amministrazione.
Le prospettive future e le sfide da affrontare
Le prospettive per l’Acquario di Roma sono sempre più incerte, con la scadenza della concessione e le difficoltà legate agli investimenti. La società Mare Nostrum si trova di fronte a una scelta cruciale: trovare un partner solido o rischiare di perdere un progetto che, nella sua concezione originale, avrebbe dovuto rappresentare un faro di innovazione per la Capitale.
La volontà di risolvere i conflitti legali e attrarre nuovi investimenti sarà fondamentale per dare una svolta a una situazione stagnante da vent’anni. Con un approccio rinnovato e una gestione più efficiente, l’Acquario di Roma potrebbe finalmente realizzarsi, diventando un’attrazione di riferimento per la città e rispondendo alle aspettative di una comunità in attesa della sua apertura.