Nel pittoresco paesino di Mogliano Veneto, situato tra le province di Treviso e Venezia, si è verificato un episodio che ha suscitato un acceso dibattito tra cittadini e autorità locali. Un venditore ambulante di rose, conosciuto affettuosamente come “Rosario”, è stato multato per un importo di 5 mila euro dalla Polizia locale. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla legalità delle vendite ambulanti e sull’equilibrio tra rispetto delle norme e solidarietà umana.
La figura di Rosario e la sua attività
Rosario, di origine indiana, è una figura familiare nel paesaggio urbano di Mogliano. Ogni sera, si aggira tra i tavolini dei caffè e dei ristoranti, offrendo i suoi fiori a coppiette e clienti in cerca di un gesto romantico. La sua presenza è diventata quasi un simbolo della vita sociale del paese, tanto che molti lo considerano un amico. Tuttavia, la sua attività commerciale non era regolamentata da alcuna licenza o certificazione fiscale, un dettaglio cruciale che ha portato all’intervento della Polizia locale.
L’episodio è avvenuto sabato sera, quando Rosario stava per offrire una rosa a una coppia davanti alla caffetteria Goppion, situata in via Don Bosco. Una pattuglia della Polizia municipale, in servizio per controlli di routine, è intervenuta e ha constatato la situazione. Il vicesindaco di Mogliano, Leonardo Muraro, ha confermato la validità dell’intervento, sottolineando l’importanza di mantenere la legalità nel commercio locale. «Può dispiacere per la persona – ha dichiarato Muraro al Gazzettino – ma la legalità va rispettata. Il vigile ha agito correttamente».
Le reazioni della comunità
La multa di 5 mila euro ha sollevato molte critiche e ha provocato una reazione immediata tra i cittadini. Alcuni abitanti hanno espresso la loro solidarietà nei confronti di Rosario, sottolineando come la sua presenza avesse sempre portato un tocco di colore e gioia nel paese. Altri hanno lanciato l’idea di una colletta sui social media per aiutare il venditore a far fronte a questa pesante sanzione. In un contesto economico già provato dalla pandemia, molti ritengono che sia ingiusto colpire un uomo che cerca di guadagnarsi da vivere in modo onesto, anche se al di fuori delle normative.
Un dibattito più ampio sulla legalità
La questione ha aperto un dibattito più ampio sulla regolamentazione del commercio ambulante in Italia e sulle difficoltà che molti venditori, soprattutto stranieri, affrontano nel cercare di integrarsi in una società che richiede formalità burocratiche spesso complesse. La posizione del vicesindaco, che ha ribadito l’importanza della legalità, ha suscitato una serie di reazioni tra i commercianti locali. Molti di loro hanno sostenuto l’idea che il rispetto delle norme sia fondamentale per garantire una concorrenza leale, mentre altri hanno chiesto maggiore comprensione per le situazioni difficili e la possibilità di un percorso di regolarizzazione per chi, come Rosario, sta lottando per guadagnarsi da vivere.
Il sindaco Muraro ha anche fatto riferimento a precedenti segnalazioni riguardo al comportamento di venditori ambulanti, suggerendo che l’intervento della Polizia fosse una risposta a richieste di maggiore ordine pubblico. Tuttavia, la grandezza della multa ha sorpreso molti, portando a riflessioni su come trattare situazioni analoghe in futuro. «Alla polizia urbana – ha detto Muraro – erano già arrivati altri solleciti sulla questione. Il “fastidio” ha una logica fino a un certo punto: qui si parla di legalità, è un venditore abusivo».
Riflessioni finali
La figura di Rosario ha quindi catalizzato l’attenzione su un problema che, sebbene possa sembrare marginale, tocca temi fondamentali nella società contemporanea: l’inclusione, la giustizia sociale e l’importanza di un approccio umano nella gestione delle normative. Per molti, la sua storia rappresenta un microcosmo delle sfide affrontate da tanti venditori ambulanti in Italia, spesso invisibili eppure cruciali per il tessuto sociale e commerciale delle loro comunità.
L’episodio di Mogliano Veneto ha aperto le porte a una riflessione più profonda sulle politiche di integrazione e sul modo in cui le amministrazioni locali possono meglio supportare le persone che, come Rosario, cercano semplicemente un modo per vivere dignitosamente. La risposta della comunità, attraverso la proposta di una colletta, dimostra che, nonostante le rigidità burocratiche, c’è ancora spazio per la solidarietà e il sostegno reciproco tra i cittadini.