Portobello: il debutto di Bellocchio su Tortora conquista Venezia

Alla Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 27 agosto al 6 settembre, avrà luogo il debutto fuori concorso di “Portobello”, una delle serie più attese della stagione, diretta dal maestro Marco Bellocchio. Questa attesa produzione si concentra sulla drammatica vicenda giudiziaria di Enzo Tortora, un simbolo della televisione italiana degli anni ’80, interpretato magistralmente da Fabrizio Gifuni. La serie rappresenta la prima produzione originale italiana annunciata da Warner Bros. Discovery per la nuova piattaforma streaming HBO Max, che debutterà nel 2026.

L’impegno di Bellocchio e il debutto a Venezia

Il direttore della Mostra, Alberto Barbera, ha rivelato che “Marco sta ancora lavorando alacremente per completare la serie”, quindi verranno presentati solo i primi due episodi di un totale di sei. Questa scelta evidenzia l’impegno di Bellocchio nel realizzare un’opera di grande qualità, in linea con i suoi standard cinematografici. Barbera aveva già avuto l’opportunità di discutere il progetto con Bellocchio durante la prima edizione dell’Italian Global Series Festival di Rimini e Riccione, dove era emerso l’interesse per la storia di Tortora.

Bellocchio ha dichiarato: “Come nella mia serie sul rapimento Moro, ‘Esterno Notte’, anche in ‘Portobello’ non ho voluto realizzare una serie ideologica. Sebbene non sia neutrale, non è nemmeno prevenuta; c’è una riflessione sulla giustizia, ma c’è anche molto altro.” Questa osservazione rivela l’intento del regista di affrontare tematiche complesse, senza cadere nel facile giustizialismo, cercando piuttosto di esplorare la condizione umana e le ingiustizie sociali.

La trama avvincente di Portobello

La trama di “Portobello” riporta gli spettatori al 1982, un anno cruciale per la carriera di Enzo Tortora. Il conduttore, grazie al suo programma di successo “Portobello”, raggiunge ben 28 milioni di spettatori in prima serata, diventando un vero e proprio fenomeno socioculturale. Durante questo periodo, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini lo nomina Commendatore della Repubblica, un riconoscimento della sua influenza e popolarità. Tuttavia, la sua vita subisce una drammatica inversione di rotta quando, nel 1983, un pentito di camorra lo accusa ingiustamente di traffico di stupefacenti.

  1. Giovanni Pandico, uomo di fiducia del boss Raffaele Cutolo, decide di testimoniare contro di lui.
  2. Il 17 giugno 1983, i carabinieri si presentano nella stanza d’albergo dove Tortora si trova.
  3. Convinto che si tratti di un errore, Tortora si vede trascinare in un’odissea giudiziaria.

Questo momento segna l’inizio di una battaglia legale che metterà in discussione non solo la sua carriera, ma anche la sua dignità. La serie si propone di raccontare non solo la tragedia personale di Tortora, ma anche di riflettere sulle ingiustizie che possono verificarsi all’interno di un sistema giudiziario spesso imperfetto.

Un cast di talento e una produzione ambiziosa

Nel cast della serie, oltre a Fabrizio Gifuni, figurano attori di grande talento come Lino Musella, Romana Maggiora Vergano, Barbora Bobulova, Carlotta Gamba e Alessandro Preziosi. Questi attori, noti per le loro interpretazioni in produzioni teatrali e cinematografiche, contribuiranno a dare vita a una narrazione intensa e toccante. La sceneggiatura è frutto del lavoro di Bellocchio insieme a Stefano Bises, Giordana Mari e Peppe Fiore, un team di scrittori che ha saputo unire le loro forze per raccontare una storia che ha segnato la storia della televisione italiana.

La produzione di “Portobello” è affidata a Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Our Films, parte del gruppo Mediawan, e Simone Gattoni per Kavac Film, in coproduzione con Arte France, e in collaborazione con Rai Fiction e The Apartment Pictures, parte del gruppo Fremantle. Questo ampio network di collaborazioni testimonia l’importanza e l’aspettativa che circondano la serie, destinata a diventare una pietra miliare nella narrazione delle ingiustizie e delle sfide che ha dovuto affrontare Enzo Tortora.

Oltre alla drammaticità della storia, “Portobello” si propone di esplorare anche il contesto socio-culturale degli anni ’80 in Italia, un periodo di cambiamenti tumultuosi e di una società che stava affrontando le sue contraddizioni. La serie, quindi, non si limita a raccontare una storia di ingiustizia personale, ma diventa un’opera che invita a riflettere sul ruolo dei media, della giustizia e della società nel suo complesso. Con il debutto a Venezia, gli appassionati del cinema e della televisione italiana possono aspettarsi un’opera che non solo intrattiene, ma stimola anche importanti discussioni su temi attuali e rilevanti.

Change privacy settings
×