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Un episodio sconcertante ha scosso la tranquilla località di Marotta, in provincia di Pesaro-Urbino, dove un ristorante è stato vittima di una truffa orchestrata da una comitiva di cinque persone, tra cui una signora anziana. L’incidente è avvenuto mercoledì pomeriggio presso il ristorante “El Garagol”, situato lungo il suggestivo lungomare marchigiano. Il gruppo ha consumato un pranzo di lusso, ordinando astici, ostriche, crostacei gratinati e cinque bottiglie di prestigioso Franciacorta, per un totale di 380 euro. Ma al momento di pagare, la comitiva ha messo in atto una delle scuse più comuni nel repertorio dei trasgressori: «Ho dimenticato il portafoglio in macchina, vado a prenderlo», per poi dileguarsi senza lasciare traccia.
Il titolare del locale, Luciano Tantucci, ha reagito con incredulità e amarezza. Dopo aver preso atto della situazione, ha deciso di rendere pubblica la sua denuncia attraverso i social media, condividendo alcune immagini di uno dei sospettati. Nel suo post, Tantucci ha espresso il suo disappunto, evidenziando l’atteggiamento sospetto del gruppo, che aveva già manifestato segni di insoddisfazione durante il pasto. «Mi è sembrato un gruppo un po’ strano – ha scritto – soprattutto quando ho saputo che avevano rimandato indietro una bottiglia di Franciacorta perché non di loro gradimento. Ma ciò che ci ha lasciati più amareggiati è stato il fatto che se ne siano andati senza pagare».
L’episodio ha suscitato indignazione non solo tra i proprietari di esercizi pubblici, ma anche tra i clienti abituali del ristorante, che si sono sentiti traditi da un comportamento così sleale. La notizia ha iniziato a circolare rapidamente nei social network, attirando l’attenzione di molti utenti, che hanno espresso solidarietà a Tantucci e condannato l’azione del gruppo.
Il pranzo, che inizialmente sembrava promettere un’esperienza gastronomica piacevole, si è trasformato in un incubo per il ristorante. Nonostante la qualità del servizio e dei piatti, la comitiva ha scelto di non saldare il conto. Dopo aver riscontrato un forte odore di tappo nella prima bottiglia di vino, hanno optato per rimandarla indietro, ma questo non ha fermato la loro abbondante ordinazione. Al termine del pasto, dopo aver gustato sei dolci e un giro di morette, tipico caffè corretto marchigiano, il momento di pagare è diventato il culmine di una truffa ben orchestrata.
Secondo quanto riportato da Tantucci, il piano della comitiva sembrava essere stato studiato nei minimi dettagli. «C’era una signora anziana accompagnata dagli altri in auto, mentre uno è rimasto al tavolo e, quando è arrivato alla cassa, invece di pagare ha detto di avere il portafoglio in macchina ed è scappato via», ha spiegato il titolare. Questo comportamento ha sollevato interrogativi sulla moralità di tali azioni, soprattutto considerando che tra i membri del gruppo vi era un’anziana, una figura che solitamente suscita empatia e rispetto.
Le telecamere di sorveglianza del ristorante, installate per garantire la sicurezza dei clienti e del personale, si sono rivelate fondamentali per tentare di identificare i responsabili. Tantucci ha affermato: «Abbiamo telecamere ovunque, abbiamo tutti i video, la targa della macchina e anche il numero di telefono. Abbiamo tutto». La pubblicazione di frame dai filmati sui social ha avuto l’effetto di attirare l’attenzione della comunità, trasformando il ristorante in un simbolo di resistenza contro le ingiustizie subite dagli esercenti.
Secondo esperti del settore e siti specializzati nella tutela degli esercenti, come “Reporter Gourmet”, il comportamento del gruppo configura il reato di insolvenza fraudolenta, previsto dall’articolo 641 del codice penale. Questo articolo stabilisce che chiunque, per ottenere un vantaggio economico, si avvale di artifici o raggiri, può essere perseguito legalmente. La vicenda di Marotta si inserisce così in un contesto più ampio di problematiche legate alla sicurezza e all’onestà nel settore della ristorazione, dove episodi di questo tipo, sebbene non frequenti, possono avere ripercussioni significative sia a livello economico che reputazionale.
Il ristorante “El Garagol”, noto per la sua cucina di pesce e la selezione di vini pregiati, ha sempre attirato una clientela affezionata, ma ora si trova a fare i conti con una situazione imprevista e spiacevole. La denuncia di Tantucci rappresenta non solo un atto di giustizia nei confronti della sua attività, ma anche un appello a tutti i ristoratori e commercianti affinché si uniscano contro comportamenti disonesti che danneggiano l’intero settore. La speranza è che la comunità si mobiliti per supportare chi lavora con passione e dedizione, affinché episodi simili possano diventare solo un brutto ricordo.
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