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La tragica vicenda di Chiara Poggi, assassinata nel 2007 a Garlasco, continua a generare polemiche e discussioni, non solo per le circostanze del delitto, ma anche per le accuse che hanno coinvolto la sua famiglia. In un’intervista con Selvaggia Lucarelli per il Fatto Quotidiano, i genitori di Chiara, Giuseppe Poggi e Rita Preda, si trovano a dover affrontare un dolore che si è amplificato a causa della pressione mediatica e delle illazioni diffuse sui social network. In particolare, il figlio Marco Poggi è stato accusato di essere l’assassino della sorella o, almeno, di averne facilitato l’omicidio.
Il fulcro dell’intervista ruota attorno alle recenti accuse secondo cui Marco avrebbe fornito un alibi falso per il giorno dell’omicidio. Secondo il settimanale Giallo, Marco non si trovava in un hotel a Falzes, in Trentino, come sostenuto dalla famiglia. Per confutare queste affermazioni, i Poggi hanno presentato fotografie scattate durante il soggiorno in montagna e hanno ricevuto il supporto dell’albergatore Arthur Mutschlechner, che ha testimoniato a favore della loro versione dei fatti.
Un altro tema controverso è la presunta “doppia vita” di Chiara, sollevato dagli avvocati di Alberto Stasi, condannato per il suo omicidio. Giuseppe Poggi esprime incredulità riguardo a queste insinuazioni, sottolineando che il comportamento di Chiara non suggeriva nulla di simile fino all’arresto di Stasi. La mancanza di una difesa chiara da parte di Stasi ha sollevato interrogativi per la famiglia Poggi, che si aspettava una reazione più decisa.
Oltre alle polemiche, la questione del risarcimento è un altro aspetto delicato. I Poggi hanno ricevuto una somma che copre solo parzialmente le spese legali sostenute. Giuseppe chiarisce che non avevano intenzione di rovinare la famiglia Stasi, ma cercavano un risarcimento equo per la perdita di Chiara. Alcuni hanno insinuato che i Poggi temano per il risarcimento e non desiderino l’innocenza di Stasi, ma Giuseppe respinge decisamente questa idea.
Infine, Giuseppe Poggi lancia un appello ai media, chiedendo un maggiore rispetto per la loro privacy e un po’ di silenzio. Da marzo, la famiglia ha vissuto una continua esposizione mediatica, riaprendo ferite mai completamente rimarginate. La speranza dei Poggi è di tornare alla normalità dopo anni di dolore e battaglie legali, auspicando che chiunque faccia parte di questa storia possa rispettare il loro desiderio di tranquillità.
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