La recente vicenda di Fabio Salvatore Maria Damato, ex manager di Chiara Ferragni, si presenta come un dramma imprenditoriale che merita attenzione. Dopo la separazione ufficiale dalla Ferragni, avvenuta un anno fa, Damato ha deciso di intraprendere un nuovo percorso professionale, fondando ad agosto 2023 la sua società di consulenza, Brave srl, nel settore della moda. Tuttavia, i risultati ottenuti fino ad ora non sembrano all’altezza delle aspettative, con un fatturato di 30.075 euro e un utile netto di 13.216 euro nel primo bilancio approvato per il 2024. Queste cifre, modeste rispetto ai fasti del passato con i Ferragnez, sono aggravate dalla crisi che ha colpito il marchio Ferragni, specialmente dopo il controverso “Pandoro-gate”.
La situazione economica di Chiara Ferragni
Parallelamente, anche Chiara Ferragni non sta vivendo un momento facile. I bilanci 2023 e 2024 della Fenice Retail, la società che gestiva i punti vendita dei prodotti a marchio Chiara Ferragni, mostrano un trend preoccupante. Le entrate sono passate da 419.001 euro nel 2023 a 329.449 euro nel 2024, con perdite significative in entrambi gli esercizi: 530.531 euro e 684.223 euro.
L’assemblea che ha approvato questi bilanci è stata caratterizzata da momenti grotteschi. Chiara Ferragni, in qualità di Presidente e socio unico, ha discusso con se stessa riguardo alla copertura delle perdite e alla ricostituzione del capitale sociale. La situazione ha raggiunto il culmine quando, nel verbale dell’assemblea, Ferragni ha chiesto se si intendesse procedere alla ricapitalizzazione, ricevendo come risposta un “no” dalla propria persona. Questo ha portato alla chiusura della società, con un patrimonio netto che è sceso a un preoccupante -1.204.756 euro.
Impatti sulla reputazione e sul futuro
L’immagine di Chiara Ferragni, una delle influencer più celebri a livello mondiale, sta subendo un duro colpo. Dopo aver costruito un impero commerciale, la chiusura dei negozi rappresenta un passo indietro significativo. Le sfide economiche a cui deve far fronte mettono in discussione la sua abilità nel gestire un marchio di moda che ha attirato l’attenzione globale, e i risultati finanziari parlano chiaro.
Dall’altro lato, Fabio Damato affronta una realtà difficile. La sua ambizione di creare un brand personale dopo anni di collaborazione con Chiara Ferragni non ha ancora portato a risultati tangibili. Le prospettive di crescita della sua nuova azienda sembrano limitate, e la sua esperienza nel settore non basta a garantire il successo. La moda è un campo altamente competitivo, dove il successo di un brand dipende non solo dalla creatività, ma anche dalla capacità di gestire le dinamiche di mercato.
Riflessioni finali
La vicenda di Damato e Ferragni è emblematica delle sfide che molti affrontano nel mondo della moda e dell’imprenditoria. La transizione da collaboratore a imprenditore è un percorso complesso e spesso irto di ostacoli. Mentre Ferragni deve affrontare le conseguenze di una gestione poco efficace della sua rete di vendita, Damato deve trovare il modo di emergere in un mercato saturo di talenti. Entrambi sembrano trovarsi in una fase di stallo, costretti a ripensare le loro strategie e a cercare nuovi approcci per risalire la china.