Il caso della morte di Anastasia Trofimova e della sua neonata, avvenuto a Roma, ha suscitato un’ampia eco mediatica e una profonda indignazione. Le indagini condotte dalle autorità italiane hanno rivelato un quadro drammatico in cui la frustrazione e la rabbia dell’indagato, Charles Francis Kaufmann, alias Real Ford, hanno avuto un ruolo centrale in questo tragico epilogo. La coppia è stata trovata senza vita a Villa Pamphili, un ampio parco pubblico di Roma, il 7 giugno 2023, dopo giorni di preoccupazioni e segnalazioni da parte della famiglia di Anastasia.
La precarietà economica di Kaufmann
Kaufmann, attualmente detenuto in Grecia e sotto indagine per duplice omicidio aggravato, ha accumulato una serie di fallimenti professionali che hanno scatenato la sua furia. La mancanza di fondi per i suoi progetti cinematografici, in particolare quello intitolato “Stelle della notte”, finanziato dal Ministero della Cultura italiano con oltre 800mila euro di tax credit, ha rappresentato un colpo devastante per lui. Non solo non è riuscito a incassare un centesimo, ma ha anche trovato difficoltà nel trovare una casa di produzione disposta a supportare un altro suo progetto, la commedia “FoodFight”.
Questa situazione di precarietà economica ha probabilmente alimentato la sua frustrazione, trasformandola in una spirale di violenza. Secondo fonti investigative, Kaufmann aveva una storia di violenza domestica alle spalle, con numerosi arresti e denunce negli Stati Uniti. Per cercare di contenere il suo comportamento pericoloso, la sua famiglia gli aveva fornito un supporto finanziario, a patto che mantenesse le distanze da casa.
L’incontro con Anastasia
La fuga di Kaufmann verso l’Europa nel 2021, utilizzando documenti di identità falsi, è stata una mossa calcolata per sfuggire a una vita di conflitti e problemi legali. In questo contesto, il suo incontro con Anastasia a Malta nel settembre 2022 ha cambiato radicalmente le loro vite. La giovane russa, arrivata sull’isola con un visto turistico per migliorare il proprio inglese, si è innamorata di Kaufmann e, successivamente, è rimasta incinta. La scelta di Anastasia di nascondere il proprio passaporto per evitare il rimpatrio in Russia ha aggiunto un ulteriore strato di complessità alla situazione, rendendo lei e la sua bimba vulnerabili e senza protezione legale.
La nascita della neonata, avvenuta in circostanze precarie e senza assistenza sanitaria, ha ulteriormente complicato la vita della coppia. Kaufmann tentò di registrare la bambina presso l’Ambasciata americana, ma senza i documenti necessari la procedura fallì. Questa mancanza di stabilità legale ed economica ha portato Kaufmann a ideare un piano per accedere ai fondi del Ministero della Cultura attraverso una società maltese collegata a un produttore cinematografico italiano. Tuttavia, il suo sogno di incassare i soldi pubblici si è scontrato con la realtà: i progetti non si sono concretizzati e lui si è ritrovato senza risorse e con due esseri umani a carico.
La tragedia di Villa Pamphili
Le tensioni tra Kaufmann e Anastasia sono aumentate, e i segnali di conflitto sono emersi già a maggio 2023, quando Kaufmann è stato identificato dalle forze dell’ordine a Campo de’ Fiori, ma Anastasia non ha richiesto assistenza, segno evidente di una situazione di controllo e paura. La coppia e la neonata si sono poi accampate a Villa Pamphili, un luogo suggestivo, che è divenuto il teatro di una tragedia inaspettata.
Il 2 giugno, Anastasia ha inviato un’email alla madre, menzionando per la prima volta le liti con Kaufmann, pur mantenendo una certa speranza che le cose potessero migliorare. Purtroppo, solo cinque giorni dopo, i corpi senza vita di Anastasia e della sua bimba sono stati rinvenuti sotto gli oleandri del parco.
Questa scoperta ha scosso l’opinione pubblica, portando alla luce non solo un caso di estrema violenza, ma anche le fragilità e i fallimenti di un sistema che non è riuscito a proteggere una giovane madre e la sua neonata. L’assenza di una rete di supporto adeguata, unita alla disperazione di Kaufmann e alla sua incapacità di gestire la frustrazione, ha portato a un epilogo tragico che solleva interrogativi sulla vulnerabilità delle donne in situazioni simili e sull’importanza di interventi tempestivi da parte delle autorità.
Le indagini continuano, ma la comunità è scossa: la storia di Anastasia e della sua bimba è un monito su come la violenza possa manifestarsi in modi inaspettati e devastanti, lasciando cicatrici profonde non solo nelle vite delle vittime, ma anche nell’intera società.