La tragedia di Garlasco, avvenuta il 13 agosto 2007, continua a far emergere nuovi elementi che potrebbero cambiare il corso delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. Recentemente, è emerso un capello di tre centimetri rinvenuto all’interno di un sacco azzurro della pattumiera, il che ha portato a una nuova luce sul caso. Questo capello potrebbe appartenere a Chiara stessa o a un animale domestico, come i gatti presenti nella zona. La sua importanza risiede non soltanto nella sua provenienza, ma nel fatto che è stato scoperto al termine dell’incidente probatorio, un momento cruciale nelle indagini.
L’analisi del capello e il Dna
Il capello sarà analizzato dai consulenti del gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, per tentare di estrarre un profilo di Dna nucleare. Questo passaggio è fondamentale per la nuova indagine che coinvolge Andrea Sempio e un soggetto ignoto, entrambi i cui Dna sono stati rinvenuti sull’anulare sinistro di Chiara. La questione del capello rimanda a precedenti analisi condotte nel 2008, quando Carlo Previderé esaminò un mazzetto di capelli stretti nel pugno della vittima e altri rinvenuti in una pozza di sangue. Anche se il Dna di un capello fu identificato come appartenente a Chiara, gli altri 17 campioni furono utilizzati per ottenere un aplotipo mitocondriale, anch’esso corrispondente al suo profilo genetico.
Il telefono e le tracce di sangue
Un altro elemento centrale nelle indagini è il telefono della vittima, che presenta tracce di sangue. Si ipotizza che Chiara possa aver tentato di chiamare aiuto prima di essere uccisa. I Ris di Parma, sotto la direzione del generale Luciano Garofano, hanno lavorato sul telefono per isolare un’impronta digitale, che tuttavia non è mai stata menzionata nei rapporti ufficiali. La foto recuperata, che mostra l’impronta in verde, non è risultata utile per l’attribuzione a qualcuno. La cucina, ancora una volta, emerge come un luogo cruciale nel delitto, con i suoi dettagli che richiedono una rivalutazione della dinamica dell’omicidio e delle presenze in casa al momento del crimine.
La chiavetta Usb e le nuove indagini
Particolarmente intrigante è la chiavetta Usb rinvenuta all’interno della cucina, accanto a un telefono, chiavi e telecomando per l’allarme. Nelle foto scattate il giorno della scoperta del corpo, la chiavetta appare posizionata sopra il telecomando. È stato documentato che Chiara ha disattivato l’allarme alle 9:12, ma resta da chiarire come la chiavetta sia finita in quel punto. Questo mistero si intreccia con la presenza di nicotina sui capelli di Chiara; sebbene suo padre fosse un fumatore, all’epoca si trovava in Trentino, rendendo la questione ancora più complessa.
Le tracce rinvenute sulla scena del crimine sono un altro aspetto che ha attirato l’attenzione degli investigatori. Si contano 13 contatti, tra cui impronte digitali e palmari, su diverse superfici della cucina. Queste tracce, inizialmente definite “di nessuna utilità” nel 2007, potrebbero ora rivelarsi fondamentali se confrontate con i reperti analizzati nella nuova inchiesta. La possibilità di un match potrebbe condurre a un’identità, aprendo la strada a nuove piste investigative.
Il caso di Garlasco ha mantenuto alta l’attenzione mediatica per anni, con numerosi colpi di scena e indagini che si sono susseguite nel tempo. La questione della verità sull’omicidio di Chiara Poggi è diventata un tema di dibattito, non solo per la comunità locale, ma anche per l’opinione pubblica più ampia. La figura di Chiara, una giovane donna con una vita davanti a sé, è diventata simbolo di una ricerca di giustizia che continua a essere al centro dell’attenzione. La complessità del caso ha portato a riflessioni su come le indagini possano evolversi con il progresso della tecnologia e delle tecniche forensi.
Ora, con il riemergere di elementi come il capello e la chiavetta Usb, le indagini potrebbero prendere una nuova direzione. La scienza, in particolare l’analisi del Dna, offre la possibilità di risolvere enigmi che sembravano irrisolvibili. La strada da percorrere è ancora lunga, ma la speranza di fare luce su questo tragico evento continua a vivere, alimentata dalla determinazione di chi cerca la verità e giustizia per Chiara.
Garlasco, quindi, non è solo un luogo di un passato doloroso ma un punto di partenza per un nuovo capitolo investigativo. La comunità, che ha vissuto e continua a vivere il dolore di questa perdita, attende risposte, sperando che i nuovi sviluppi possano finalmente portare a una conclusione soddisfacente.