Chirurgo di Tor Vergata sotto accusa: pugno alla collega e un mistero sul paziente deceduto

Il 6 giugno 2023, un evento drammatico ha scosso l’ospedale di Tor Vergata, dove il professor Giuseppe Sica, noto chirurgo e professore ordinario di chirurgia, era impegnato in un intervento di chirurgia robotica. Durante la procedura, si è verificato un litigio tra Sica e una giovane collega, il cui nome non è stato reso pubblico. Secondo le testimonianze raccolte, il conflitto sarebbe degenerato, portando Sica a colpire la collega con un pugno. A seguito dell’incidente, la dottoressa è stata trasportata al pronto soccorso, dove le è stata diagnosticata una prognosi di 15 giorni.

Nel rapporto interno redatto dall’ospedale, l’incidente è descritto come un’«aggressione da persona nota in orario di servizio». Andrea Magrini, direttore sanitario dell’ospedale, ha confermato al Fatto Quotidiano che è stata avviata un’indagine interna. Ha dichiarato: «Abbiamo chiesto delle relazioni agli interessati e li abbiamo convocati per lunedì. I chirurghi vivono situazioni di tensione e di stress, bisogna capire cosa è avvenuto». Tuttavia, la questione del paziente coinvolto nell’operazione rimane avvolta nel mistero. Magrini ha eluso la domanda diretta sulla condizione del paziente, affermando: «Questo non glielo dico per adesso».

Un contesto di tensione professionale

Il clima di stress e tensione negli ambienti ospedalieri è un tema ricorrente, specialmente nelle sale operatorie, dove la pressione è alta e le vite dei pazienti sono in gioco. I chirurghi, spesso costretti a prendere decisioni rapide e decisive, possono trovarsi in situazioni di grande stress, che talvolta sfociano in conflitti interpersonali. La lite tra Sica e la sua collega, quindi, potrebbe essere stata alimentata da fattori esterni e interni, riflettendo le difficoltà quotidiane che affrontano i professionisti della salute.

Sica ha negato le accuse, dichiarando: «Mai dato un pugno in tutta la mia vita. A nessuno. Sono un privato cittadino e lei pure. Abbiamo avuto un confronto benché aspro. Ci siamo chiariti e sono fatti nostri». Questa versione dei fatti è stata contestata dalla collega, che ha scelto di non rilasciare dichiarazioni dirette al Fatto, ma ha comunicato attraverso il suo avvocato che si tratta di una «questione personale tra colleghi che si conoscono e lavorano insieme da oltre 10 anni». Questo dettaglio suggerisce che la relazione tra i due non sia stata priva di tensioni in passato, ma non fornisce chiarimenti sulla gravità dell’incidente.

Le conseguenze legali e professionali

La gravità della situazione ha portato il Comitato di garanzia interno a definire l’episodio come «un atto di violenza di un professionista uomo su una donna». Questo tipo di linguaggio sottolinea la crescente attenzione verso la violenza di genere, anche nei contesti lavorativi, e la necessità di affrontare tali comportamenti con serietà. L’ospedale ha avviato un’indagine interna che potrebbe portare a sanzioni disciplinari, a seconda delle conclusioni raggiunte.

La carriera di Giuseppe Sica non è nuova a controversie. Nel 2020, infatti, era stato condannato in primo grado a Roma a 4 mesi di reclusione per accesso abusivo a sistema informatico. In quel caso, Pier Paolo Sileri, ex chirurgo di Tor Vergata e attuale sottosegretario alla Salute, lo aveva accusato di aver cercato di ottenere prove di presunte irregolarità nel 2016. Successivamente, Sica è stato assolto in appello, con la corte che ha stabilito che non fosse il mandante dell’accesso abusivo, portando a una condanna solo per l’autore materiale.

Questi eventi sollevano interrogativi non solo sulla condotta di Sica, ma anche su un possibile clima di impunità che potrebbe esistere in ambienti ad alta pressione come quelli ospedalieri. La figura di un chirurgo di alto profilo coinvolto in episodi di violenza e irregolarità solleva preoccupazioni sulla sicurezza e sul benessere di tutti i membri del personale medico, così come dei pazienti che si affidano a loro.

La reazione pubblica e l’attenzione mediatica

La notizia dell’incidente ha suscitato un’ampia reazione sia tra i colleghi nel settore sanitario che tra il pubblico. Molti hanno espresso preoccupazione per la sicurezza delle donne in ambienti professionali dominati da una cultura del potere maschile. Questo caso potrebbe rappresentare un punto di svolta per la discussione sulla violenza di genere nel lavoro, un tema che ha guadagnato crescente attenzione in Italia e nel mondo.

In un contesto dove i diritti delle donne e la lotta contro la violenza sono al centro del dibattito pubblico, questo episodio potrebbe spingere verso una maggiore consapevolezza e l’implementazione di misure più severe contro comportamenti violenti nei luoghi di lavoro. La situazione attuale di Sica e la risposta dell’ospedale di Tor Vergata saranno monitorate attentamente, non solo per le sue implicazioni professionali, ma anche per il messaggio che invia a tutti gli operatori sanitari e ai pazienti.

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