Il misterioso film di Francis Kaufmann: il governo promette sanzioni per irregolarità sui fondi pubblici

La recente rivelazione di Open riguardo al finanziamento pubblico concesso a Francis Kaufmann, noto per il suo coinvolgimento in un omicidio avvenuto a Villa Pamphili, ha scatenato un acceso dibattito sulle irregolarità nel sistema di finanziamento del cinema italiano. Kaufmann, attraverso una società di produzione denominata Coevolutions, ha ricevuto un contributo di circa 863mila euro per un progetto di lungometraggio intitolato “Stelle della Notte”, il quale, però, non è mai stato realizzato. Questa situazione ha portato il ministero della Cultura ad attivarsi immediatamente, avviando controlli e verifiche per accertare eventuali irregolarità.

Il sistema di finanziamento del cinema italiano

Il sistema di finanziamento in questione è il tax credit, uno strumento che permette ai produttori cinematografici di ottenere un rimborso fiscale significativo per sostenere i costi di produzione. Tuttavia, l’assegnazione di tali fondi deve avvenire nel rispetto di norme rigorose. Nel caso di Kaufmann, ci sono forti interrogativi sulla legittimità della sua richiesta e sull’uso dei fondi.

La Direzione generale Cinema e Audiovisivo del ministero ha dichiarato di essere già al lavoro per approfondire il caso. In caso di emergere di irregolarità, il ministero ha promesso di:

  1. Revocare il beneficio concesso.
  2. Escludere il produttore dai finanziamenti per un periodo di cinque anni.
  3. Segnalare eventuali irregolarità alle autorità giudiziarie competenti.

Questo impegno del governo segue le critiche mosse dal ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha espresso il suo sdegno per la situazione.

Critiche al passato e impegni per il futuro

Giuli non ha risparmiato critiche ai governi precedenti, sottolineando che la concessione di fondi a Kaufmann è solo l’ultima di una serie di leggerezze e sprechi che hanno caratterizzato il sistema di finanziamento del cinema negli anni passati. Ha definito le responsabilità politiche “imperdonabili”, evidenziando come il sistema di tax credit, così com’è stato gestito in passato, abbia permesso a truffatori e approfittatori di arricchirsi a scapito dei contribuenti italiani e degli operatori del settore cinematografico onesti.

Nonostante gli accertamenti in corso, il ministero ha comunicato che al momento non sono emerse irregolarità nel piano amministrativo e contabile della società Coevolutions. La società ha presentato la domanda per il tax credit nel 2020 e la domanda di consuntivo nel 2023, entrambe formalmente regolari e complete di certificazioni rilasciate da revisori ufficiali dei conti. Tuttavia, il fatto che il credito sia stato ceduto a un istituto bancario complica ulteriormente la situazione, sollevando interrogativi sull’effettivo utilizzo dei fondi.

Necessità di riforma e maggiore trasparenza

Le dichiarazioni del ministro Giuli non si sono limitate alla critica del passato, ma hanno anche sottolineato l’impegno del governo attuale a riformare il sistema di finanziamento del cinema. Giuli ha affermato che è fondamentale garantire che i fondi pubblici siano utilizzati in modo responsabile e che ogni forma di abuso venga perseguita con rigore. Ha promesso che il governo non permetterà più che si verifichino simili situazioni, impegnandosi a tutelare l’onorabilità del cinema italiano.

Questa vicenda ha riacceso il dibattito sulla gestione dei fondi pubblici nel settore culturale e sull’importanza di una maggiore trasparenza e controllo. Le associazioni di categoria e i professionisti del settore hanno chiesto a gran voce un intervento normativo che garantisca un controllo più rigoroso e una distribuzione equa delle risorse.

In conclusione, la vicenda legata a Francis Kaufmann e ai fondi pubblici per il cinema rappresenta un’opportunità per il governo di rivedere e aggiornare il sistema di finanziamento del settore. Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere l’esito delle indagini e le eventuali misure che verranno adottate per garantire un uso corretto dei fondi pubblici, proteggendo al contempo l’integrità del cinema italiano e dei suoi operatori.

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