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Francis Kaufmann, il 46enne statunitense accusato di aver ucciso una bimba di sei mesi a Villa Pamphili, a Roma, ha rifiutato l’estradizione in Italia con una dichiarazione shock: «Siete mafiosi». Queste parole, pronunciate durante l’udienza di convalida del 18 giugno 2023 davanti alle autorità greche, hanno sollevato un’ondata di interrogativi sull’omicidio della piccola e sull’identità della madre, il cui corpo è stato trovato a breve distanza dal luogo in cui è stata rinvenuta la bimba. Attualmente, Kaufmann si trova nel carcere di Larissa, in Grecia, in attesa di una decisione della Corte d’Appello locale riguardo alla sua estradizione.
L’opposizione di Kaufmann alla consegna alle autorità italiane ha portato a un’intensificazione delle indagini. Gli inquirenti sperano di utilizzare i sessanta giorni previsti dalla procedura di estradizione per raccogliere ulteriori prove e chiarire la complessa vicenda. Alcuni aspetti chiave delle indagini includono:
Kaufmann, noto anche con l’alias di “Rexal Ford”, non è nuovo a cambiamenti di identità. Infatti, il 27 marzo 2023, mentre si trovava a Malta, si presentava come Matteo Capozzi, cercando di noleggiare un’imbarcazione per raggiungere la Sicilia. Questa informazione è emersa da un’intervista del titolare di una società di car sharing siciliana, il quale ha ricevuto un messaggio urgente da Kaufmann, portando i detective a credere che stesse pianificando la sua fuga.
La scoperta dei corpi e le circostanze misteriose che circondano la nascita della bimba hanno gettato un’ombra su Kaufmann e sulla sua storia. Gli inquirenti stanno esaminando anche la vita di Kaufmann a Malta, dove si sospetta che possa aver vissuto in una casa nella zona di Marsascala. I vicini di casa e i passanti sono stati interrogati per cercare di ricostruire gli eventi che hanno portato a questa tragedia.
La notizia dell’arresto di Kaufmann e delle sue dichiarazioni provocatorie ha suscitato un grande interesse mediatico. La questione dell’estradizione e delle accuse di omicidio ha acceso un dibattito più ampio sulla criminalità organizzata in Italia e sulla percezione internazionale del sistema giudiziario italiano. L’affermazione di Kaufmann riguardo ai “mafiosi” italiani ha sollevato polemiche, con molti che si chiedono se le sue parole riflettano una reale paura di non avere un processo equo o se siano semplicemente una strategia di difesa.
Le autorità italiane hanno espresso fiducia nel proprio sistema giudiziario, sottolineando l’importanza di garantire che la giustizia venga servita. La famiglia della bimba e della madre, sebbene non ancora identificata, merita risposte e giustizia. Gli inquirenti continuano a lavorare senza sosta per risolvere questo oscuro mistero che ha scosso non solo l’Italia, ma anche l’intera Europa.
Con l’attenzione rivolta su Kaufmann e sul suo destino, si attendono sviluppi significativi nei prossimi giorni. La speranza è che, attraverso il lavoro delle autorità competenti, si possa fare finalmente luce su questa tragica vicenda e dare alle vittime la giustizia che meritano.
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