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Categories: Cronaca

Il mistero di Garlasco si infittisce: analisi rivelano l’assenza di sangue e l’impronta 33 scompare

L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a rappresentare un enigma per gli inquirenti. La recente indagine che coinvolge Andrea Sempio, attualmente indagato, ha riportato alla luce dettagli inquietanti e complicazioni. Le analisi effettuate durante l’incidente probatorio del 24 ottobre 2023 presso la questura di Milano hanno rivelato l’assenza di sangue nei reperti esaminati, complicando ulteriormente le indagini.

L’analisi dei reperti

Durante l’incidente probatorio, i periti hanno esaminato 18 delle 30 fasce contenenti impronte raccolte sulla scena del crimine. Tra queste, l’impronta numero 10, rinvenuta sullo stipite della porta d’ingresso della casa di Chiara, ha suscitato particolare interesse. Tuttavia, i campionamenti di DNA effettuati non hanno rivelato la presenza di sangue, un elemento cruciale che avrebbe potuto fornire nuove informazioni sul caso. È previsto un nuovo test per l’impronta numero 10, al fine di escludere definitivamente la presenza di materiale ematico.

Il mistero dell’impronta numero 33

Un altro punto critico emerso riguarda l’impronta numero 33, attribuita a Sempio, trovata su un intonaco grattato dalla parete delle scale, nelle immediate vicinanze del luogo in cui fu trovato il corpo di Chiara. Questo reperto, fondamentale per l’indagine, è attualmente mancante. I carabinieri hanno già tentato di rintracciare il materiale nelle settimane precedenti, con l’intento di estrarne il DNA. La sua assenza rappresenta un setback per gli inquirenti, sollevando interrogativi su eventuali mancanze nelle procedure di raccolta e custodia dei reperti.

Implicazioni sulla validità delle analisi

La modalità di conservazione dei reperti è fondamentale in un caso di omicidio. Durante l’incidente probatorio, è emerso che le impronte raccolte non sono state conservate come inizialmente previsto su fascette paradesive, ma su fogli di acetato. Questa scoperta potrebbe avere implicazioni significative sulla validità delle analisi, complicando il lavoro dei periti e delle tecnologie più avanzate impiegate per l’esame.

L’analisi dell’impronta numero 10 è considerata cruciale. Descritta come una possibile “mano sporca,” potrebbe essere stata lasciata dall’assassino o da qualcuno presente sulla scena del crimine al momento dell’omicidio. Durante le indagini iniziali, non era stata condotta alcuna indagine biologica per esaminare se questa impronta contenesse anche particelle ematiche. Con l’esclusione di tracce di sangue, ora rimane da determinare a chi appartenga questa impronta. Le recenti consulenze dattiloscopiche hanno già escluso la coincidenza con le impronte di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, e con quelle di Sempio.

Prospettive future

L’assenza di sangue nei reperti e il mistero dell’impronta numero 33 non sono gli unici elementi che complicano le indagini. Si attende con interesse l’analisi della spazzatura rinvenuta nella villetta di Garlasco, in particolare gli avanzi della colazione presumibilmente consumata da Chiara la mattina dell’omicidio. Questa analisi, prevista per il 25 ottobre, non è stata effettuata durante l’incidente probatorio a causa di complicazioni formali legate al recupero del verbale di sequestro. Questo ulteriore ritardo nel procedimento potrebbe allungare i tempi delle indagini e rendere più difficile la costruzione di un quadro probatorio chiaro ed esaustivo.

In un caso così intricatamente legato a dettagli e reperti, ogni elemento può rivelarsi cruciale. L’omicidio di Chiara Poggi ha scatenato un ampio dibattito pubblico sull’efficacia delle indagini e sulla gestione della scena del crimine. Le aspettative della comunità di Garlasco e dell’opinione pubblica in generale sono elevate, e la pressione per risolvere questo caso resta palpabile.

La nuova indagine, sotto la direzione della procura di Pavia, punta a fare chiarezza sui reperti e sulle prove raccolte negli anni. Con il passare del tempo, le domande su quanto accaduto quella tragica mattina di agosto rimangono senza risposta, e la ricerca della verità continua a essere una priorità per le autorità competenti. Mentre i periti e gli investigatori lavorano per analizzare ogni traccia e ogni indizio, l’ombra dell’omicidio di Chiara Poggi continua a gravare su Garlasco, un luogo che non potrà mai dimenticare la tragedia avvenuta quindici anni fa.

Tiziana Nava

Sono una giovane redattrice di Cintura Ovest, appassionata di esplorazione e narrazione. Ogni giorno mi avventuro nel nostro territorio, alla scoperta di storie autentiche e sorprendenti delle persone che lo abitano. Credo fermamente che ogni incontro possa rivelare una nuova prospettiva e un racconto unico da condividere. Oltre alla mia passione per il giornalismo, nutro un amore profondo per la televisione e il mondo dello spettacolo. Mi piace seguire le ultime novità e analizzare come la cultura pop possa influenzare le vite quotidiane. Scrivere per Cintura Ovest mi offre l’opportunità di unire le mie due passioni, portando alla luce non solo le storie locali ma anche le connessioni con il panorama culturale più ampio. Quando non sono in giro a scoprire nuovi volti e luoghi, mi trovate immersa in una serie TV o a discutere degli ultimi eventi nel mondo dello spettacolo. Sono sempre pronta a raccontare e a far conoscere ciò che rende il nostro territorio così speciale.

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