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Abel Ferrara, il celebre regista americano, ha recentemente attirato l’attenzione con le sue dichiarazioni incisive durante la conferenza stampa del Social World Film Festival. Mentre riceveva il premio per il Film sociale dell’anno per la sua opera “Turn in the Wound”, girata in Ucraina in un contesto di conflitto, ha messo in evidenza la gravità della situazione geopolitica attuale. Ferrara ha avvertito che “la guerra in Ucraina potrebbe finire con un olocausto nucleare”, sottolineando il rischio di un’escalation che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’umanità.
Con la sua franchezza caratteristica, il regista ha affermato che “stiamo vivendo in un periodo pericoloso” e che, indipendentemente dalla nostra volontà di riconoscerlo, “la terza guerra mondiale è già iniziata”. Queste parole non rappresentano solo un invito all’azione, ma anche un triste riflesso della ciclicità della storia, un ciclo di violenza e conflitto che sembra non avere fine. Ferrara ha richiamato alla memoria figure storiche come Hitler, Stalin, Churchill, Trump e Putin, tutti protagonisti di conflitti che hanno segnato il corso della storia. Ha criticato la mancanza di leadership e compassione, affermando che “manca sempre una voce della ragione”.
La questione della compassione è centrale nel pensiero di Ferrara. Egli sottolinea che la sofferenza umana si manifesta quotidianamente in vari angoli del mondo. Ogni giorno, in luoghi come Gaza, in diverse nazioni africane e in Ucraina, le persone perdono la vita a causa di conflitti e guerre. Anche in una città come Los Angeles, dove la violenza si manifesta in forme diverse, Ferrara mette in guardia contro l’indifferenza. Le sue osservazioni ci invitano a riflettere su come gli eventi globali influenzino anche le nostre realtà quotidiane, anche in luoghi apparentemente lontani dai teatri di guerra.
Il 24 giugno, Ferrara sarà ospite a Vico Equense, dove incontrerà i giovani del Social World Film Festival per una masterclass. Qui, avrà l’opportunità di discutere non solo del suo lavoro, ma anche delle questioni sociali e politiche che affliggono il nostro tempo. La proiezione di “Turn in the Wound”, presentata alla Berlinale e ancora non distribuita nelle sale italiane, sarà un momento di riflessione importante per tutti i partecipanti. Ferrara, attraverso il suo cinema, cerca di dare voce a chi non ne ha, portando alla luce le storie di persone comuni che vivono il dramma della guerra.
In un periodo in cui le notizie di conflitti e violenze continuano a riempire le cronache quotidiane, la voce di Abel Ferrara si fa sentire come un potente monito. Le sue parole ci ricordano che, in un mondo lacerato dalla guerra e dalla divisione, è fondamentale trovare e ascoltare quelle voci di ragione e compassione che possono guidarci verso un futuro migliore.
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