La tragica scoperta del corpo di una neonata di circa sei mesi all’interno di Villa Pamphili, uno dei parchi più grandi e amati di Roma, ha scosso profondamente la comunità locale. Questo ritrovamento ha suscitato un’ondata di angoscia e indignazione, mentre le autorità avviano un’indagine serrata per fare luce su quello che è stato definito un duplice omicidio. Le prime ipotesi, supportate dai risultati preliminari dell’autopsia, suggeriscono che la piccola potrebbe essere stata strangolata, con la morte avvenuta probabilmente la sera precedente al ritrovamento.
Indagini in corso
Le indagini proseguono senza sosta, con ulteriori sopralluoghi effettuati all’interno del parco e l’attesa dei risultati degli esami del DNA, fondamentali per identificare sia la neonata che la donna trovata morta a circa 200 metri di distanza. Quest’ultima, la cui identità è ancora sconosciuta, presenta alcuni tatuaggi distintivi, tra cui un surf con un teschio e un disegno floreale, che potrebbero rivelarsi cruciali per la sua identificazione. Gli investigatori ipotizzano che le due vittime possano essere madre e figlia, probabilmente di origine romena, e che avessero trovato rifugio all’interno del parco, dormendo in rifugi di fortuna.
Testimonianze inquietanti
Un aspetto inquietante emerge dai racconti dei testimoni. Alcuni ragazzi che si trovavano nel parco la sera prima del ritrovamento hanno riferito di aver visto un uomo con un fagotto in mano, proprio nei pressi del luogo in cui è stata trovata la neonata. Questo uomo, descritto come giovane e magro, potrebbe essere collegato alle vittime. Le testimonianze indicano che la madre avesse tra i 30 e i 40 anni, mentre la bambina era bionda e con la pelle chiara, un’immagine che ha colpito profondamente chi l’ha vista.
Dalla prima analisi dei corpi, emerge che la donna sarebbe morta circa quattro ore prima della bambina. Gli investigatori ipotizzano che l’omicida abbia caricato il corpo della donna in un sacco nero, abbandonandolo dopo aver scavalcato una recinzione danneggiata all’interno del parco. Le impronte rinvenute nel sacco potrebbero fornire ulteriori indizi sul presunto colpevole. Gli inquirenti, coordinati dal pm Antonio Verdi e dall’aggiunto Giuseppe Cascini, hanno avviato una ricostruzione meticolosa degli eventi, esaminando ogni dettaglio per ottenere risposte.
Circostanze della morte
La morte della neonata è avvenuta in circostanze che destano grande preoccupazione. Il corpo presentava lividi ed escoriazioni, segni di una violenza avvenuta in un momento in cui sarebbe stata vulnerabile. Il gruppo di ragazzi che ha avvistato l’uomo ha descritto la scena come inquietante, portandoli a contattare le autorità il giorno successivo. “Abbiamo pensato di dover segnalare quello che avevamo visto”, hanno dichiarato, sottolineando la loro angoscia riguardo alle possibili implicazioni di ciò che avevano osservato.
In aggiunta ai testimoni, un altro clochard presente nel parco ha confermato di conoscere le vittime, descrivendo come madre e figlia vivessero nel parco da circa tre settimane. Le loro condizioni di vita precarie e il loro stato di salute sono stati accennati da chi le ha incontrate, suggerendo che la madre potesse avere problemi di salute preesistenti. La situazione di vulnerabilità in cui si trovavano potrebbe averle esposte a pericoli mortali.
Accanto ai corpi è stato rinvenuto un cuscino, un dettaglio che potrebbe sembrare insignificante ma che potrebbe rivelarsi significativo per le indagini. I profili genetici prelevati durante le autopsie sono attualmente analizzati e si spera che possano illuminare la misteriosa matrice di eventi che ha portato a questa tragedia. Entrambe le vittime, con caratteristiche fisiche simili, fanno supporre un legame di sangue, ma la certezza arriverà solo dai risultati scientifici.
Le telecamere di sorveglianza di un bistrot all’interno del parco e delle strade circostanti potrebbero fornire indizi utili sul presunto assassino. La nudità delle vittime è un elemento che solleva interrogativi; gli investigatori stanno considerando varie ipotesi, da un possibile tentativo di occultare prove a una situazione in cui le vittime si erano spogliate per il caldo prima di essere attaccate.
Le indagini si concentrano anche sul percorso che l’uomo avrebbe potuto seguire per abbandonare i corpi. Secondo le ricostruzioni, l’ingresso abusivo di via Leone XIII potrebbe essere stato il punto di accesso per entrare nel parco. La vicinanza tra i due corpi e la loro disposizione nel parco suggeriscono un piano premeditato, rendendo la ricerca del colpevole ancora più urgente e necessaria. La comunità, colpita dalla brutalità dell’evento, attende con ansia sviluppi significativi che possano portare giustizia alle due innocenti vittime e risposte a una tragedia che ha scosso le fondamenta della sicurezza e della serenità nella capitale.