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L’atmosfera al “Città del Tricolore” di Reggio Emilia è carica di emozioni, con centinaia di bambini che, due ore prima del fischio d’inizio, intonano il coro “Italia! Italia! Italia!”. Questo entusiasmo giovanile rappresenta una luce di speranza nel cuore di molti, nonostante le recenti delusioni della Nazionale Italiana. Luciano Spalletti, il commissario tecnico, affronta una prova difficile con il suo esonero già ufficializzato, cercando di mantenere la calma in un contesto di incertezze.
Spalletti, con il cuore pesante, assiste a una lettura delle formazioni accolta da fischi, ma cerca di non darvi troppo peso. La ferita di Oslo, che ha segnato un’altra sconfitta per l’Italia, è ancora aperta. L’arrivo di Claudio Ranieri, atteso per riportare nuova energia alla Nazionale, solleva interrogativi su un intero sistema calcistico che ha visto la squadra marginalizzata negli ultimi anni.
In un clima di attesa, gli applausi per gli azzurri risuonano nello stadio, offrendo conforto in un momento di caos. Spalletti schiera in campo alcuni volti nuovi, come il capitano della Fiorentina, Ranieri, insieme a Bastoni e Di Lorenzo. Tuttavia, l’inizio della partita è inquietante: dopo soli dieci minuti, un colpo di testa di Nicolaescu porta a un contropiede moldavo, ma il VAR annulla la rete per fuorigioco, ridando una speranza agli azzurri.
Nonostante l’Italia fatichi a creare occasioni, al 16esimo Ranieri colpisce la traversa su punizione battuta da Raspadori. Finalmente, al 40esimo, Raspadori riesce a portare in vantaggio l’Italia, infilando il pallone in rete dopo un cross respinto dalla difesa avversaria. Tuttavia, la gioia dura poco: Donnarumma deve intervenire prontamente su un tiro di Reabciuk, mentre Ionita fallisce un tap-in facile. La difesa italiana mostra vulnerabilità, e un colpo di testa di Dumbravanu viene salvato sulla linea da Dimarco.
Nel secondo tempo, Spalletti decide di cambiare le carte in tavola, inserendo Orsolini per Dimarco e Barella per Ricci. È proprio da una giocata di Orsolini che nasce il secondo gol, firmato da Cambiaso. Nonostante un inizio promettente, l’Italia continua a faticare a creare occasioni e rischia in difesa. Un altro colpo di testa di Nicolaescu mette in luce le difficoltà della retroguardia azzurra.
A questo punto, la partita diventa un alternarsi di emozioni e preoccupazioni. Lucca entra in campo, ma non riesce a concretizzare un’azione ben orchestrata da Bastoni. La tensione è palpabile, e la Moldova mostra di essere pericolosa in ogni contropiede, costringendo la Nazionale a rimanere in guardia fino alla fine. Nonostante il punteggio favorevole, l’aria di insicurezza è palpabile, e i tifosi desiderano vedere una squadra che giochi con più determinazione.
Con il fischio finale, Spalletti si congeda dalla Nazionale, riflettendo su ciò che avrebbe potuto fare di diverso. “Speravo di trovare una squadra meno stanca, e magari a settembre sarebbe stato così; ma continuo a credere in questo gruppo. La Nazionale che lascio al mio successore? È questa, ma la differenza deve farla il ct, e io non sono riuscito a farla”, dichiara con rassegnazione. La sua era si chiude con l’augurio che Ranieri possa ridare vita a un’Italia che, da troppo tempo, sembra aver smarrito la strada verso il successo e l’entusiasmo.
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