Le indagini sul delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, continuano a destare un forte interesse e un impegno costante da parte degli inquirenti. La tragica morte di Chiara Poggi, una giovane di soli 26 anni, ha colpito profondamente l’opinione pubblica italiana, non solo per la brutalità dell’omicidio, ma anche per le numerose domande rimaste senza risposta. Recentemente, i carabinieri del Ris di Parma hanno effettuato un sopralluogo di oltre sette ore nella villetta di via Pascoli, dove Chiara fu uccisa, con l’obiettivo di ricostruire la scena del crimine con la massima precisione possibile.
L’importanza del sopralluogo
Il sopralluogo, condotto con il consenso dei genitori della vittima, ha visto l’impiego di sofisticate tecnologie, tra cui scanner laser e droni. Questo approccio è fondamentale per mappare ogni angolo della casa e raccogliere dati che verranno successivamente rielaborati in un modello 3D. La mappatura non solo consentirà di visualizzare l’abitazione in tre dimensioni, ma permetterà anche di posizionare con esattezza tutte le tracce di sangue e le impronte già repertate durante le indagini iniziali. Queste ultime rivestono un’importanza cruciale nel fornire un quadro completo degli eventi di quella tragica notte.
La triangolazione delle tracce di sangue
Una delle principali novità emerse da questo sopralluogo è rappresentata dalla cosiddetta «triangolazione» delle tracce di sangue. Questo metodo, parte della Bloodstain pattern analysis, consente di stabilire il posizionamento esatto delle macchie di sangue, creando una mappa dettagliata che potrà essere utilizzata per ricostruire la dinamica dell’omicidio. Grazie a questa triangolazione, gli inquirenti possono:
- Determinare la distanza tra le diverse tracce ematiche.
- Analizzare la scena del crimine in modo più accurato.
- Ricostruire non solo il luogo dell’aggressione, ma anche il percorso di Chiara.
L’impronta «papillare 33» e la ricerca di giustizia
Un elemento chiave di questo lavoro è rappresentato dall’impronta «papillare 33», trovata vicino al corpo della vittima. Secondo la procura di Pavia, questa impronta è attribuita ad Andrea Sempio, l’unico indagato per il delitto. La triangolazione delle tracce di sangue aiuterà a contestualizzare ulteriormente questa impronta all’interno della scena del crimine, permettendo di verificare eventuali correlazioni tra le tracce e il comportamento dell’assassino.
Il sopralluogo ha avuto anche un’importanza simbolica per la famiglia Poggi. Daniele Redaelli, criminologo e consulente tecnico della famiglia, ha affermato che i genitori di Chiara sono stanchi ma sempre disponibili a collaborare con le autorità per cercare di fare luce su quanto accaduto. Questo dimostra non solo l’affetto e il dolore ancora presente, ma anche una continua ricerca di giustizia.
Le indagini bis, avviate nel 2020, sono state motivate dalla necessità di rivedere e approfondire le evidenze raccolte nel 2007. La speranza degli inquirenti è che questi nuovi metodi e tecnologie possano colmare le lacune emerse dalle prime analisi, permettendo di arrivare a conclusioni più solide e definitive. Tuttavia, i risultati di questo sopralluogo non saranno immediati; i tre esperti del Ris di Cagliari hanno comunicato che ci vorranno almeno due mesi per elaborare i dati raccolti e trarre delle conclusioni.
Il caso Poggi ha affascinato non solo gli addetti ai lavori, ma anche il grande pubblico, generando un dibattito acceso sulle dinamiche della giustizia e sull’importanza della verità. Le nuove tecnologie e le metodologie adottate dai Ris rappresentano un ulteriore passo verso la ricerca della verità, in un contesto dove ogni dettaglio può fare la differenza. La mappatura della villetta di via Pascoli, quindi, non è solo un’attività tecnica, ma un tentativo concreto di restituire dignità alla memoria di Chiara Poggi e di portare a galla la verità su un delitto che ha segnato la vita di molti.