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Il cinema italiano continua a farsi notare anche oltre i confini nazionali, e la recente uscita a Parigi del film “L’estate di Joe, Liz e Richard” ne è una chiara testimonianza. Questo documentario, scritto e diretto da Sergio Naitza, ha debuttato con grande successo alla Festa del Cinema di Roma, dove ha conquistato il pubblico e la critica, e ha successivamente vinto il premio come miglior documentario al Kingston International Film Festival di Londra.
“L’estate di Joe, Liz e Richard” si propone di raccontare la storia affascinante e avventurosa del set italiano del film “La scogliera dei desideri” (titolo originale “Boom!”), diretto dal leggendario Joseph Losey. Questo film, girato nell’estate del 1967, ha visto come protagonisti la coppia di divi più iconica del cinema dell’epoca, Elizabeth Taylor e Richard Burton, che si sono cimentati con una sceneggiatura originale di Tennessee Williams. Nonostante il suo cast stellare, “Boom!” si rivelò un flop al botteghino, ma la sua lavorazione è stata costellata di momenti memorabili, che Naitza riesce a catturare con grande maestria nel suo documentario.
L’uscita parigina del film si inserisce nella rassegna Découvertes del cinema Saint-André des Arts, un’importante istituzione dedicata al cinema d’autore nel cuore del quartiere latino di Parigi. La proiezione del documentario avverrà ogni giorno fino al 16 giugno, con ulteriori date il 24 giugno e il primo luglio. Questa rassegna è particolarmente significativa poiché celebra il cinema di qualità e dà spazio a opere che meritano di essere scoperte da un pubblico più ampio.
Un elemento toccante del documentario è il tributo a due figure chiave legate al film di Losey, che hanno avuto un’importante risonanza in Francia. Patricia Losey, moglie del regista, è stata una testimone preziosa delle vicende legate alla realizzazione di “Boom!”. Scomparsa nel marzo 2025, Patricia ha avuto modo di offrire a Naitza la sua ultima intervista filmata, ricca di ricordi e aneddoti sulla lavorazione del film. La sua testimonianza non solo arricchisce il documentario, ma fornisce anche un ritratto intimo della vita di un grande regista e delle sfide che ha affrontato durante la sua carriera.
Un altro omaggio presente nel film è dedicato a Michel Ciment, critico cinematografico di fama e storico direttore della rivista Positif, scomparso nel novembre 2023. Ciment, nella sua intervista all’interno del documentario, ha approfondito l’ispirazione di Losey, descrivendo “Boom!” come un’opera sorprendentemente visionaria e profetica, incentrata sulla disgregazione della borghesia. Le parole di Ciment conferiscono al film una dimensione critica e teorica che arricchisce ulteriormente il racconto.
Il documentario si avvale anche di testimonianze di figure illustri del mondo del cinema e della cultura. Tra queste troviamo:
Ognuno di loro contribuisce a dipingere un quadro vivace e multifacetico della produzione cinematografica di Losey, arricchendo la narrazione con aneddoti e dettagli che rendono omaggio a un periodo d’oro del cinema.
Non mancano neppure riferimenti a personaggi affermati nel mondo del lusso e della moda, come il gioielliere Gianni Bulgari, che ha collaborato con Taylor e Burton in vari progetti durante la loro carriera. Il suo contributo al documentario offre uno sguardo sullo stile di vita di queste icone, rivelando come il glamour e la creatività siano stati elementi costanti nella vita di questi artisti.
“L’estate di Joe, Liz e Richard” non si limita a ripercorrere la storia di un film, ma si fa portavoce di un’epoca e di un modo di fare cinema che ha segnato profondamente la cultura popolare. Con la sua narrazione coinvolgente e le testimonianze di chi ha vissuto quegli anni, il documentario di Naitza si propone di far rivivere al pubblico non solo la magia del grande schermo, ma anche le storie umane che si celano dietro la realizzazione di opere indimenticabili.
Sotto il cielo di Parigi, il film diventa così un ponte tra passato e presente, un modo per ricordare che il cinema è, prima di tutto, un’esperienza collettiva, un luogo dove storie, emozioni e ricordi si intrecciano in un affresco vibrante di vita e creatività. La proiezione di questo documentario rappresenta, quindi, non solo un’opportunità per riscoprire un’opera dimenticata, ma anche un momento di riflessione su come il cinema possa continuare a ispirare e a far discutere, anche molti decenni dopo la sua realizzazione.
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