Garlasco: la famiglia Poggi chiede chiarezza sulle analisi del Dna e il mistero di Stasi

L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a sollevare interrogativi e incertezze, nonostante siano trascorsi più di 16 anni. La famiglia Poggi esprime preoccupazioni riguardo alle analisi del DNA e alla gestione dei reperti da parte degli esperti che hanno esaminato il caso nel corso degli anni. Recentemente, il genetista Marzio Capra, consulente della famiglia, ha annunciato la sua intenzione di richiedere prelievi di DNA non solo su Andrea Sempio, l’unico indagato, ma anche su tutti i tecnici e investigatori che hanno avuto accesso ai reperti. Questa iniziativa si inserisce nel contesto dell’incidente probatorio fissato per il 17 giugno, dove si cercherà di fare luce su questioni irrisolte e rimettere in discussione le analisi già svolte.

L’importanza dell’incidente probatorio

L’incidente probatorio rappresenta un momento cruciale per il processo, poiché i risultati e le decisioni prese in questa fase potrebbero influenzare notevolmente l’andamento del caso. La giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli, ha già preso alcune misure, richiedendo prelievi di DNA a un medico legale, tre investigatori e alcuni soccorritori coinvolti nella prima fase delle indagini. L’obiettivo principale è garantire una maggiore trasparenza e sicurezza nelle analisi, specialmente considerando l’alta sensibilità e l’importanza delle prove raccolte nel corso degli anni.

Necessità di escludere contaminazioni

La richiesta di Capra di ampliare i prelievi di DNA si basa sulla necessità di escludere ogni possibilità di contaminazione o errore nelle precedenti analisi. I risultati delle indagini preliminari sono stati oggetto di critiche e controversie. La famiglia Poggi desidera avere la certezza che tutto il materiale biologico sia stato trattato in modo corretto e che non vi sia stata alcuna interferenza da parte di coloro che hanno eseguito le analisi.

Il panorama delle analisi include già i profili genetici di numerose persone, tra cui:
1. I tre amici di Andrea Sempio.
2. Marco Panzarasa, amico stretto di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara.
3. Materiale genetico da altre fonti, come le gemelle Cappa e dai familiari di Chiara stessa.

La quantità di dati genetici a disposizione è considerevole e il confronto tra i vari profili potrebbe rivelarsi determinante per l’ulteriore sviluppo del caso.

La strategia difensiva di Stasi e Sempio

Tuttavia, la strategia difensiva di Stasi e Sempio sembra orientata a non ampliare ulteriormente il numero di soggetti sottoposti a prelievo. L’avvocata Giada Bocellari, rappresentante di Stasi, ha dichiarato al “Giorno” che per il momento non intendono richiedere ulteriori prelievi, lasciando aperta la possibilità di rivalutare questa decisione in base all’andamento delle analisi. Questo approccio sembra mirato a mantenere il controllo sulle prove e a evitare confusione o complicazioni che potrebbero sorgere da un eccessivo numero di campioni da analizzare.

La questione centrale rimane quella della compatibilità e della corrispondenza tra i vari profili genetici e le prove raccolte. Sarà fondamentale analizzare non solo le impronte digitali contenute in 35 “adesivi dattiloscopici”, ma anche il frammento di tappetino del bagno e i resti della colazione finale di Chiara. Questi elementi potrebbero fornire indizi cruciali per ricostruire gli eventi di quella tragica notte.

La famiglia Poggi ha espresso la sua determinazione a far luce sulla verità, cercando di rimettere in discussione il lavoro svolto dalle autorità investigative e dai periti. La richiesta di effettuare prelievi di DNA su chi ha esaminato i reperti è un passo significativo in questa direzione. La trasparenza nel processo e la volontà di rivedere le analisi effettuate sono segnali di una ricerca incessante di giustizia per Chiara, che continua a pesare sulle spalle dei suoi cari.

Il caso di Garlasco è emblematico dei dilemmi che possono sorgere in indagini di omicidio complesse, dove la verità può sembrare sfuggente e dove ogni dettaglio può rivelarsi cruciale. Le prossime udienze e gli sviluppi dell’incidente probatorio potrebbero rappresentare un nuovo capitolo in questa lunga storia di ricerca di giustizia e verità, mantenendo viva l’attenzione pubblica su un caso che ha segnato profondamente la comunità di Garlasco e oltre.

Change privacy settings
×