Garlasco: l’impronta 33 riaccende i riflettori sull’omicidio di Chiara Poggi e le nuove piste investigative

L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a suscitare interesse e dibattito, non solo per la brutalità del crimine, ma anche per le sue implicazioni legali che si protraggono nel tempo. La recente riemersione dell’impronta n. 33, un campione di intonaco prelevato dal luogo del delitto, rappresenta un nuovo capitolo in questa intricata vicenda. Questo campione, inizialmente considerato marginale, ha riacquistato importanza grazie a nuove analisi che potrebbero rivelarsi decisive per la risoluzione del caso.

L’importanza dell’impronta n. 33

L’impronta n. 33, conservata negli archivi di Garlasco, è stata esaminata dai Carabinieri del RIS nel 2007, ma la sua rilevanza era stata sottovalutata. Le analisi biometriche condotte in quel periodo non avevano dato esito positivo, con test di identificazione come il combur test e l’obti test che risultavano inconcludenti. Tuttavia, le recenti tecniche di analisi forense hanno permesso di ri-esaminare il campione, rivelando 15 punti di corrispondenza con il DNA di Andrea Sempio, attualmente accusato di essere coinvolto nell’omicidio.

La questione del campione di intonaco

La questione del campione di intonaco è diventata cruciale sia per l’accusa che per la difesa di Sempio. I tecnici del RIS, in un verbale del 4 settembre 2007, avevano sottolineato l’importanza di conservare parte delle tracce, ma inizialmente il campione era stato considerato non utile. Attualmente, le autorità giudiziarie stanno cercando di chiarire se il campione sia effettivamente sparito dagli archivi di Parma e Pavia, come segnalato, o se sia ancora disponibile per ulteriori analisi.

Nuove tecniche e piste da esplorare

La scoperta di nuove tecniche di analisi biomolecolare ha riacceso la speranza di ottenere risultati significativi. Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleoni, ha dichiarato che l’uso di metodi avanzati potrebbe finalmente chiarire il ruolo di Sempio e di eventuali complici. È interessante notare che, contrariamente a quanto affermato in precedenza, due verbali di distruzione dei reperti non menzionano mai il campione di intonaco, suggerendo che potrebbe ancora essere recuperabile.

Inoltre, è emersa una presunta pista legata al Santuario della Bozzola, noto per eventi controversi, inclusi ricatti sessuali e accuse di pedofilia. L’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, ha avanzato l’ipotesi che Chiara Poggi potesse essere vittima di una macchinazione orchestrata da personaggi legati alla Chiesa. Questa teoria si basa su eventi precedenti, come il ricatto subito da un prete, Don Gregorio Vitali, costretto a pagare 150.000 euro per non vedere divulgati filmati compromettenti.

Riflessioni finali

La vicenda assume toni inquietanti alla luce di racconti di presunti rituali legati alla pedofilia e messe nere, che sarebbero avvenuti in quel Santuario. Le intercettazioni delle indagini hanno rivelato riferimenti a una rete di abusi che coinvolgerebbe persone influenti nella zona. Inoltre, un legame inquietante è stato stabilito tra queste storie e una serie di suicidi che hanno colpito Garlasco e dintorni tra il 2008 e il 2016, che hanno visto come vittime alcuni ragazzi collegati al giro di Sempio.

L’omicidio di Chiara Poggi e le indagini che ne sono seguite hanno scosso profondamente la comunità di Garlasco e l’intera nazione. Con l’impronta n. 33 ancora negli archivi e nuove piste da esplorare, il caso si arricchisce di elementi che potrebbero portare a un clamoroso sviluppo nelle indagini. La verità, per quanto complessa, potrebbe essere più vicina di quanto si pensi, e il destino di Andrea Sempio, così come quello di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva, potrebbe subire ulteriori cambiamenti a seguito di queste nuove scoperte.

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