Una storia di malasanità e fiducia tradita emerge da Torino, dove due odontoiatri sono accusati di aver estratto undici denti sani a una donna di 55 anni, causando conseguenze devastanti per la sua vita quotidiana. La vittima, originaria di Genova, ha intrapreso un coraggioso percorso di denuncia contro i due professionisti, che ora devono rispondere di accuse gravi, tra cui lesioni, truffa ed esercizio abusivo della professione.
La ricerca di un trattamento odontoiatrico
La donna ha iniziato la sua ricerca di un centro odontoiatrico in grado di offrire un trattamento per i suoi problemi dentali, in particolare per i ponti laterali, senza costi eccessivi. Dopo aver effettuato una ricerca online, ha contattato uno studio medico a Torino, gestito dai dottori M.B. e G.G. Attratta dalla promessa di una nuova tecnica americana che prometteva risultati rapidi, ha deciso di fissare un appuntamento.
L’intervento e le conseguenze
Durante la visita, l’ambiente non ha rispettato gli standard professionali. Non è stata eseguita una panoramica dentale, fondamentale per valutare la situazione complessiva della bocca della paziente. Nonostante ciò, M.B. e G.G. le hanno prospettato un intervento radicale, definito “bonifica dentaria totale”, che prevedeva l’estrazione di undici denti dall’arcata superiore e nove dall’arcata inferiore.
L’intervento, eseguito in sole quattro ore, ha avuto immediatamente conseguenze drammatiche. La donna ha iniziato a sentirsi male e ha avvertito un dolore intenso. La situazione è peggiorata ulteriormente quando, alcuni giorni dopo, le è stata installata una protesi non conforme a quanto concordato.
La reazione della vittima
Arrabbiata e delusa, la donna è tornata nello studio odontoiatrico per esprimere il suo disappunto e saldare il conto, avendo già versato un anticipo di tremila euro. Tuttavia, la situazione non è migliorata: le è stata proposta una nuova operazione, questa volta gratuita, che ha prontamente rifiutato. La sua vita sociale e affettiva ha subito un duro colpo; ha raccontato di aver lasciato un partner per la vergogna di non riuscire a parlare e mangiare correttamente.
Dopo aver cercato aiuto da un odontotecnico, la donna ha ottenuto un intervento provvisorio che ha migliorato leggermente la sua situazione, ma le conseguenze psicologiche della malpratica sono persistite, portandola a consultare un neuropsichiatra.
Le accuse e il processo
Attualmente, il pubblico ministero Gianfranco Colace ha formalizzato le accuse contro i due odontoiatri, i quali devono rispondere di diverse irregolarità. G.G. è accusato di lesioni, in quanto avrebbe estratto i denti senza un’adeguata diagnosi. M.B., oltre a rispondere di lesioni, deve affrontare anche l’accusa di truffa, avendo indotto la paziente a credere nella necessità di una bonifica dentaria totale e fornendo una protesi difforme da quella concordata. Inoltre, M.B. è accusato di esercizio abusivo della professione, poiché l’Ordine dei Medici lo aveva sospeso per mancato pagamento delle quote annuali per dodici anni.
Il caso ha sollevato un acceso dibattito sull’importanza della fiducia nel rapporto tra paziente e professionista sanitario, evidenziando la necessità di un controllo più severo delle pratiche odontoiatriche. La vicenda della donna di 55 anni è solo un esempio di come la mancanza di professionalità possa avere effetti devastanti sulla vita dei pazienti.
Questa drammatica vicenda mette in luce non solo le problematiche legate alla malasanità, ma anche la fragilità del sistema di garanzie per i pazienti. La donna, cercando giustizia, ha dato voce a un problema che affligge molti, sollevando interrogativi sui meccanismi di controllo e sulle responsabilità professionali. La speranza è che casi come questo possano portare a una maggiore consapevolezza e a cambiamenti significativi nel settore odontoiatrico, affinché episodi simili non si ripetano in futuro.