Nel cuore pulsante di Milano, Lorenzo Cochis, figlio del noto politico Ignazio La Russa, ha avviato un’avventura imprenditoriale che ha sollevato non poche polemiche. Nel 2022, insieme a due amici, ha aperto un bistrot in via Vigna 6, concepito come un luogo di aggregazione e convivialità. Tuttavia, il locale ha rapidamente attirato le ire dei residenti, trasformandosi in un centro di controversie legali e conflitti con il condominio.
La questione del rumore
Il problema principale emerso è stato il rumore. Sin dalle prime settimane di attività, i condomini hanno iniziato a lamentarsi per l’eccessivo disturbo notturno causato dalla musica e dalle attività del locale, che non rispettavano le normative sul rumore. Nonostante i tentativi di compromesso, la situazione è degenerata. Nel 2023, un gruppo di condomini ha intrapreso azioni legali contro la “Rinascimento Srl”, la società proprietaria del bistrot.
- Il tribunale di Milano ha imposto limitazioni sugli orari di apertura.
- Sono state comminate sanzioni per il superamento dei limiti di decibel.
- Il 26 ottobre 2023, la società ha ricevuto la prima condanna per «superamento dei livelli di tollerabilità del rumore».
Sorprendentemente, Lorenzo Cochis, pur essendo socio a pieno titolo, non è stato coinvolto direttamente nel processo; la responsabilità legale è ricaduta sui suoi due soci, che sono anche amministratori della società.
Le difficoltà imprenditoriali e politiche
Oltre alle problematiche legali, Lorenzo Cochis si è trovato a dover gestire anche la sua carriera politica. Le tensioni con i condomini hanno creato un clima di ostilità, complicando la gestione quotidiana del bistrot. I residenti, infatti, non si sono limitati a lamentarsi: secondo quanto denunciato dalla “Rinascimento Srl”, alcuni condomini avrebbero addirittura sabotato l’attività, con atti vandalici come calci alle casse e lanci di bicchieri.
La situazione ha preso una piega inaspettata quando la società ha richiesto un risarcimento di quasi mezzo milione di euro per danni. Questa cifra, pari a 484 mila euro, corrisponde ai ricavi medi degli ultimi tre esercizi, ma la realtà finanziaria del bistrot è ben diversa: gli utili si sono attestati a soli 119 euro l’anno, da dividere tra i tre soci. Questo divario tra le aspettative di guadagno e la realtà economica ha alimentato ulteriormente le frustrazioni di Cochis e dei suoi soci.
La chiusura del bistrot e le prospettive future
La chiusura del locale, avvenuta il 30 marzo 2024, è stata l’epilogo di una storia già segnata da conflitti. Lorenzo Cochis ha confermato a Il Fatto Quotidiano che, nonostante le difficoltà, ci sono piani per il futuro: «Stiamo vendendo. Arriverà un’hamburgheria», ha dichiarato, cercando di guardare avanti nonostante le avversità. La decisione di chiudere il bistrot è stata presa non solo per le liti con i condomini, ma anche per le difficoltà operative e le tensioni interne tra soci.
Questa vicenda non è solo una semplice cronaca di un’attività commerciale che ha fallito, ma mette in luce le complesse dinamiche tra imprenditoria e vita condominiale in una grande città come Milano. La storia di Lorenzo Cochis illustra come il successo imprenditoriale possa essere influenzato da fattori esterni, come le relazioni con i vicini e la gestione delle aspettative.
In un contesto urbano dove la convivenza tra attività commerciali e residenze è sempre più delicata, situazioni come quella di Cochis rappresentano un campanello d’allarme. L’aggressività delle liti tra condomini e imprenditori potrebbe spingere a riconsiderare le modalità di apertura di nuovi locali, specialmente in zone densamente popolate.
La questione del rumore è un tema caldo in molte città italiane, e la vicenda di Lorenzo Cochis potrebbe fungere da esempio per altri imprenditori che desiderano aprire nuove attività. La mancanza di dialogo e comprensione tra le parti può portare a conflitti che, come dimostrato, possono avere conseguenze legali e finanziarie significative. La speranza è che, con il passare del tempo, si possano trovare soluzioni più armoniose, in grado di garantire un equilibrio tra le esigenze dei residenti e quelle degli imprenditori.