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Categories: Cronaca

Garlasco, l’ex maresciallo rivela: «Indagavo sulle gemelle Cappa, ma mi hanno fermato»

Franco Marchetto, ex maresciallo dei carabinieri e comandante della stazione di Garlasco nel 2007, è al centro di un caso che ha scosso l’Italia, suscitando interrogativi e polemiche. Il 13 agosto di quell’anno, Chiara Poggi è stata brutalmente uccisa, dando vita a un’inchiesta complessa e controversa. Marchetto, ora in pensione, ha recentemente rilasciato un’intervista a Massimo Pisa per Repubblica, rivelando dettagli sulla sua esperienza e sulla riapertura delle indagini, gettando nuova luce su un caso che ha già visto tre condanne nei suoi confronti.

il passato di marchetto e la sua determinazione

Marchetto, con un passato di onorato servizio nelle forze dell’ordine, porta con sé una medaglietta da soldato, simbolo di un impegno che non ha mai abbandonato. «La metti quando vai in guerra. La toglierò solo quando questa storia sarà alle spalle», afferma, sottolineando la sua determinazione a vedere giustizia per Chiara Poggi e a chiarire la sua posizione. Secondo Marchetto, la chiave per scoprire chi ha ucciso Chiara risiede nel movente, che, a suo avviso, «farà male a due famiglie».

Le sue parole non sono solo una lamentela per le ingiustizie subite, ma anche un richiamo a una verità che sembra sfuggire. Marchetto ha subito un contrasto con il capitano della compagnia di Vigevano, Gennaro Cassese, che ha portato a denunce reciproche archiviate. Questo scontro lo ha costretto a ritirarsi dall’inchiesta e, successivamente, ha subito tre condanne, tra cui quella per favoreggiamento della prostituzione e peculato.

le condanne e le controversie

  1. Prima condanna: Durante un periodo di malattia, è stato trovato dal suo sostituto in un night club. Marchetto ha sempre sostenuto che la sua presenza in quel luogo era stata fraintesa e ha cercato di spiegare che il GPS prestato a Silvia Sempio, zia di Andrea, era stato usato per scopi diversi da quelli dichiarati.

  2. Seconda condanna: Marchetto è stato condannato per falsa testimonianza in relazione all’interrogatorio di Franca Bermani, una testimone chiave che ha parlato di una bicicletta nera. La sua accusa che la signora non lo riconoscesse ha sollevato ulteriori dubbi sul modo in cui sono state condotte le indagini.

Con la recente richiesta di risarcimento da 40mila euro avanzata dalla famiglia Poggi, Marchetto si sente amareggiato, considerando che avviene proprio mentre sta cercando di riaprire il caso.

la gestione delle indagini e le nuove speranze

Nel frattempo, Marchetto ha facilitato il contatto tra il programma televisivo Le Iene e un testimone che ha fornito informazioni sul canale di Tromello. Attualmente, gestisce il Blu Bar a Garlasco, un’attività che gli consente di rimanere vicino alla comunità e di osservare come il paese si sia diviso nell’opinione su Alberto Stasi, il principale accusato dell’omicidio di Chiara. Molti nel paese si sono schierati dalla parte dell’innocenza di Stasi, mentre altri continuano a mantenere un atteggiamento scettico.

Marchetto ricorda un episodio cruciale: quando interrogò Stasi dopo la scoperta del corpo di Chiara, il ragazzo mostrò segni di panico. «All’epoca avrei voluto insistere di più, ma fu subito messo in una stanza con i genitori. Un errore da dilettanti», afferma Marchetto, evidenziando la mancanza di una gestione adeguata dell’interrogatorio.

La bicicletta, un elemento chiave nelle indagini, è stata un altro punto focale. Marchetto si recò a vedere la bici nera della famiglia Stasi e notò delle differenze. «Non la sequestrai io, ma nemmeno i colleghi di Vigevano», spiega, lamentando la superficialità con cui sono state condotte alcune indagini. Allo stesso tempo, le gemelle Cappa sono emerse come potenziali testimoni, ma Marchetto sostiene che le loro dichiarazioni non sono state adeguatamente verificate, lasciando interrogativi che avrebbero potuto portare a una verità diversa.

Sull’argomento di Andrea Sempio, Marchetto rivela di non averlo mai sentito fino a quando non è stato indagato. «Lui e il suo gruppo erano tutti ragazzini», afferma, suggerendo che ci sia stata una mancanza di attenzione verso i giovani coinvolti nel caso. Con la riapertura delle indagini e le nuove informazioni che emergono, Marchetto spera che la verità possa finalmente venire alla luce e che il suo nome possa essere riabilitato.

Tiziana Nava

Sono una giovane redattrice di Cintura Ovest, appassionata di esplorazione e narrazione. Ogni giorno mi avventuro nel nostro territorio, alla scoperta di storie autentiche e sorprendenti delle persone che lo abitano. Credo fermamente che ogni incontro possa rivelare una nuova prospettiva e un racconto unico da condividere. Oltre alla mia passione per il giornalismo, nutro un amore profondo per la televisione e il mondo dello spettacolo. Mi piace seguire le ultime novità e analizzare come la cultura pop possa influenzare le vite quotidiane. Scrivere per Cintura Ovest mi offre l’opportunità di unire le mie due passioni, portando alla luce non solo le storie locali ma anche le connessioni con il panorama culturale più ampio. Quando non sono in giro a scoprire nuovi volti e luoghi, mi trovate immersa in una serie TV o a discutere degli ultimi eventi nel mondo dello spettacolo. Sono sempre pronta a raccontare e a far conoscere ciò che rende il nostro territorio così speciale.

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