Il caso di Chiara Poggi, assassinata il 13 agosto 2007 a Garlasco, continua a suscitare un forte interesse sia da parte dei media che delle autorità. Recentemente, sono emerse comunicazioni tra Paola Cappa, una delle gemelle Cappa, e un amico, che hanno sollevato interrogativi e smentite. Tra i messaggi scambiati, uno in particolare ha attirato l’attenzione degli inquirenti: «Mi sa che abbiamo incastrato Stasi». Questo sms, riportato dal settimanale Giallo, ha riacceso il dibattito sul coinvolgimento di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, già condannato per l’omicidio della giovane.
chiarimenti sul messaggio
Francesco Chiesa Soprani, ex manager dello spettacolo e destinatario dei messaggi, ha dichiarato a Repubblica che la questione è stata male interpretata. Secondo lui, chi ha riportato il messaggio non ha considerato che si trattava di un promemoria, creato da Chiesa Soprani stesso, con un titolo provocatorio: “Incastrare Stasi”. Questo chiarimento è fondamentale per comprendere il contesto in cui il messaggio è stato inviato e il possibile fraintendimento che ne è derivato.
il legame tra paola cappa e francesco chiesa soprani
Il legame tra Paola Cappa e Francesco Chiesa Soprani risale al 2007, quando Chiesa Soprani portò Fabrizio Corona a Garlasco per ingaggiare le gemelle Cappa per un progetto televisivo. Anche se il progetto non si è concluso con successo, Chiesa Soprani e Paola hanno mantenuto un’amicizia, caratterizzata da una comunicazione frequente, soprattutto durante momenti di alta tensione come l’attuale indagine su Andrea Sempio, attualmente l’unico indagato.
La rivelazione di Paola Cappa attraverso messaggi vocali ha destato l’attenzione di Chiesa Soprani, che ha ritenuto le comunicazioni «molto interessanti». In particolare, i messaggi vocali in cui Paola smentisce alcune dichiarazioni della sorella Stefania sono di particolare rilievo. Le due gemelle, figlie dell’avvocato Ermanno Cappa, hanno già mostrato differenze significative nelle loro versioni relative al rapporto con Chiara Poggi, un aspetto che potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini in corso.
le versioni contrastanti delle gemelle cappa
Stefania Cappa, all’epoca del delitto 23enne e studentessa di giurisprudenza, era stata interrogata dalle autorità poche ore dopo l’omicidio. Durante l’interrogatorio, aveva descritto Chiara come una «amica strettissima», con la quale condivideva confidenze e segreti. Tuttavia, nel prosieguo dell’inchiesta, Stefania aveva rivelato che, prima dell’omicidio, le loro interazioni erano state sporadiche, intensificandosi solo nei mesi precedenti al delitto.
D’altro canto, Paola ha offerto una versione diversa, sottolineando un legame meno intimo con Chiara. Pur riconoscendo che avevano condiviso parte della loro infanzia, Paola ha affermato che le famiglie si erano allontanate dopo la morte del nonno. In un interrogatorio del 13 agosto 2007, Paola ha descritto Chiara come una persona introversa e timida, necessitando di essere coinvolta nei giochi da bambina. Ha anche notato come, crescendo, entrambe le sorelle abbiano iniziato a frequentare sempre meno Chiara, indicando che le loro esigenze si erano diversificate.
L’analisi di queste due versioni contraddittorie potrebbe avere un impatto significativo sulla direzione delle indagini. Entrambe le gemelle Cappa, insieme a Marco Panzarasa, un amico di Alberto Stasi, sono state chiamate a fornire il proprio Dna nel nuovo filone d’inchiesta. Questo passaggio non solo mette in evidenza l’importanza delle prove forensi, ma sottolinea anche come le relazioni e le dichiarazioni personali possano influenzare il corso della giustizia.
Il caso di Chiara Poggi è emblematico di come le dinamiche familiari e le relazioni interpersonali possano complicare le indagini su un omicidio. Con l’emergere di nuovi elementi e comunicazioni, il panorama si fa sempre più complesso. Le gemelle Cappa, ora adulte e con una storia personale ricca di sfumature, si trovano al centro di una vicenda che continua a suscitare interrogativi e a richiedere chiarezza. Gli sviluppi futuri potrebbero non solo chiarire il ruolo di ciascuno, ma anche fornire una nuova luce su una tragedia che ha segnato profondamente la comunità di Garlasco e oltre.