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A partire dall’8 maggio, il cinema italiano si arricchisce di un’opera innovativa e culturalmente significativa con l’uscita di “Nemos, andando per mare”, un film diretto da Marco Antonio Pani. Prodotto da Altamarea Film di Milano e distribuito da My Culture, il film offre una rilettura in lingua sarda dell’Odissea, il capolavoro di Omero che ha influenzato la letteratura e la cultura occidentale per millenni. Questa versione è un viaggio che non solo omaggia le tradizioni sarde, ma le reinterpreta in modo originale e coinvolgente.
La scelta di trasporre un testo classico come l’Odissea in lingua sarda è una dichiarazione audace, che dimostra quanto la cultura isolana possa dialogare con il patrimonio culturale globale. La lingua sarda, ricca di storia e di sfumature, diventa così il veicolo di una narrazione epica che si fa vicina e accessibile, grazie all’interpretazione di un cast che include:
Questi interpreti, attraverso l’improvvisazione guidata, riescono a dare vita a un racconto dolceamaro, carico di ironia e di elementi universali, in cui la modernità si intreccia con la forza delle tradizioni.
La scelta del bianco e nero da parte di Pani non è casuale: questa tecnica conferisce al film un’atmosfera nostalgica e poetica, permettendo di esplorare in modo sottile e divertente il mondo in cambiamento. Il regista, attraverso il suo occhio attento e sensibile, riesce a catturare il senso di appartenenza, l’amicizia e l’accoglienza che caratterizzano la cultura sarda. La Sardegna, con i suoi paesaggi mozzafiato e le sue tradizioni antiche, diventa un sogno che si espande, un punto di partenza e di arrivo per i suoi abitanti e per chiunque abbia il privilegio di visitarla.
Il film è stato presentato con entusiasmo al Cityplex di Sassari, dove il regista Marco Antonio Pani, insieme al produttore Mario Castagna e all’attore protagonista Giovanni Masia, ha condiviso le emozioni legate a questo progetto. Masia, un allevatore di Olmedo, porta sullo schermo un personaggio che incarna lo spirito della Sardegna, mentre il cast vanta nomi di spicco come l’attrice sassarese Francesca Niedda, che interpreta la dea Atena, e la modella Silvia Senes nel ruolo di Calipso.
A completare il cast troviamo Valentina Carta di Orosei nel ruolo della regina Arete e Francesco Spada di Ittiri nel ruolo del re Alcinoo. La presenza di poeti estemporanei come Giuseppe Porcu e Bruno Agus, che introducono la storia di ‘Odisseu’ in versi e rime, arricchisce ulteriormente l’esperienza cinematografica. Questi poeti, con il loro stile tipicamente isolano, riescono a creare un ponte tra passato e presente, rendendo l’opera accessibile e coinvolgente per il pubblico.
La colonna sonora, curata da Stefano Guzzetti, si sposa perfettamente con le immagini in bianco e nero, creando un’atmosfera che invita alla riflessione e all’immaginazione. La troupe internazionale, con professionisti provenienti da diverse parti del mondo, arricchisce ulteriormente il progetto. La direttrice di produzione Anamaria Del Grande, originaria del Brasile, e il direttore della fotografia Quique Lopez Real, dalla Catalogna, portano con sé esperienze e competenze che contribuiscono a un’opera di alta qualità.
Tra i professionisti sardi coinvolti nel film, spiccano i nomi di Stefania Grilli e Salvatore Aresu, responsabili dei costumi, Pietro Rais per la scenografia, Gerolama Sale per le acconciature e Carla Aledda per il trucco. Ognuno di loro ha dato il proprio contributo per ricreare un’atmosfera autentica e coerente con la tradizione sarda, rendendo “Nemos, andando per mare” non solo un film, ma un vero e proprio viaggio culturale.
La rilettura dell’Odissea in lingua sarda rappresenta quindi un’occasione unica per scoprire e apprezzare le radici della cultura isolana, rendendo omaggio a una delle opere più importanti della letteratura mondiale. Attraverso immagini evocative, una narrazione coinvolgente e un cast di talentuosi artisti, Pani ci invita a riflettere su temi universali come l’identità, la ricerca di appartenenza e il valore delle tradizioni. Con “Nemos, andando per mare”, la Sardegna si fa narratrice di un’epopea senza tempo, dimostrando che anche le storie più antiche possono trovare nuova vita e significato in un contesto contemporaneo.
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