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Il ciclismo è un universo ricco di sfide, eroi e leggende, e mai come oggi si intrecciano storie che attraversano le generazioni. Con l’avvicinarsi del 108esimo Giro d’Italia, che partirà da Durazzo in Albania il 9 maggio e si concluderà a Roma il 1° giugno, il palcoscenico delle corse a tappe si prepara a offrire emozioni forti. Queste competizioni non sono solo prove di resistenza fisica, ma veri e propri eventi in cui si confrontano talenti emergenti e miti del passato, come nel caso di Eddy Merckx e Tadej Pogacar.
Eddy Merckx, il “Cannibale”, è uno dei nomi più iconici della storia del ciclismo. Nato il 17 giugno 1945, ha dominato il panorama ciclistico tra gli anni Sessanta e Settanta, conquistando 525 vittorie e diventando un simbolo di invincibilità. Merckx non era solo un ciclista: era un uragano, un corridore che non conosceva limiti e che si è guadagnato il rispetto e la paura dei suoi avversari. La sua filosofia di corsa era semplice: vincere, sempre. La sua ferocia agonistica gli ha conferito un’immagine di invincibilità, ma anche di antipatia, poiché non si è mai fatto scrupoli nel togliere anche ai suoi gregari la gioia di una vittoria.
Un episodio emblematico della sua carriera avvenne nel 1968, quando, a soli 23 anni, vinse il Giro d’Italia, dopo aver già conquistato due Milano-Sanremo e un campionato del mondo. Il suo capitano, Vittorio Adorni, lo descrisse come un “uragano” incapace di gestire la propria energia. Ma fu proprio quella foga che lo portò a trionfare e a diventare un modello da seguire.
Dall’altra parte, Tadej Pogacar, il prodigio sloveno classe 1998, sta scrivendo la sua storia nel ciclismo moderno. Con 95 vittorie all’attivo e già tre Tour de France, un Giro d’Italia e un campionato del mondo, Pogacar ha dimostrato una versatilità e una classe che lo pongono in cima alle classifiche. La sua ascesa è stata fulminea, e il suo approccio al ciclismo è caratterizzato da una freschezza e un sorriso che lo rendono amato dai tifosi. A differenza di Merckx, Pogacar sembra godere del gusto della competizione senza la rabbia e l’aggressività che caratterizzavano il belga.
Nel corso della primavera 2023, ha trionfato in diverse classiche monumento, tra cui la Liegi-Bastogne-Liegi, dimostrando di essere un corridore completo. La sua gentilezza e il suo spirito sportivo sono evidenti anche nei piccoli gesti, come quando ha dedicato la sua vittoria alla madre della fidanzata, scomparsa prematuramente. Questi tratti umani lo rendono un personaggio affascinante, un “marziano” dal volto umano.
La domanda che molti si pongono è: “Chi è il migliore?” È una questione complessa. Merckx ha corso in un’epoca in cui le competizioni erano più frequenti e i ciclisti affrontavano un calendario molto più intenso. “Noi eravamo impegnati 180 giorni all’anno, il doppio di oggi”, afferma Merckx, sottolineando le differenze tra i due periodi. La preparazione e le condizioni di gara sono cambiate radicalmente, rendendo difficile un confronto diretto.
Pogacar, con la sua freschezza, sembra affrontare le corse con un approccio più giocoso, come se ogni competizione fosse un’avventura. Nonostante le vittorie, non sembra mai perdere la leggerezza e il sorriso, un contrasto netto rispetto alla personalità di Merckx, che era spesso percepito come un “cacciatore” implacabile.
Mentre il ciclismo continua a evolversi, le sfide tra i campioni del passato e quelli del presente offrono spunti di riflessione. La rivalità tra Merckx e Pogacar non è solo una questione di numeri e titoli, ma rappresenta anche un cambiamento culturale nel modo in cui il ciclismo viene percepito. Merckx era sinonimo di una determinazione feroce, un’epoca in cui il ciclista era un guerriero; Pogacar porta con sé un’umanità che ricorda ai tifosi che, oltre alla competizione, il ciclismo è anche passione e gioia.
In occasione dell’ottantesimo compleanno di Eddy Merckx, il Museo del Ghisallo di Magreglio, sopra Bellagio (Como), ospiterà una mostra dedicata al “Cannibale” dal 3 maggio al 30 settembre 2025. Inoltre, il docufilm di Franco Bortuzzo “I tre sarti del Re”, che andrà in onda su Raisport l’8 maggio, offrirà uno sguardo approfondito sulla vita e le vittorie di Merckx, esplorando il legame con i grandi artigiani della bicicletta che hanno contribuito ai suoi successi.
Questa celebrazione non solo onorerà l’eredità di Merckx, ma permetterà anche di riflettere su come il ciclismo sia cambiato e su come i nuovi protagonisti, come Pogacar, continueranno a scrivere la storia di questo sport affascinante. La sfida tra Eddy Merckx e Tadej Pogacar è, quindi, un racconto che va oltre il semplice confronto di titoli, un viaggio che attraversa decenni di passione, competizione e umanità.
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