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Categories: Spettacolo

Mauro Corona: un viaggio tra arte, scrittura e montagne in un docu-film emozionante

L’arte, la scrittura e la montagna si intrecciano in un affascinante docu-film dedicato a Mauro Corona, un artista poliedrico originario del Friuli Venezia Giulia. Questo documentario, intitolato “La mia vita finché capita” e diretto da Niccolò Maria Pagani, sarà proiettato nei cinema a partire dal 5 maggio, offrendo uno sguardo intimo e profondo sulla vita di un uomo che ha saputo trasformare le sue esperienze e le sue sfide in opere d’arte, sculture e parole.

Mauro Corona è un simbolo di resilienza e creatività, la cui vita è segnata da un’infanzia difficile e da esperienze formative che hanno contribuito a forgiare il suo carattere e la sua visione del mondo. Il docufilm esplora il coraggio come contrappeso alla paura, una tematica centrale nel percorso di Corona, che ha affrontato le sfide delle scalate montane e quelle legate alla scrittura. La paura di rimanere bloccati di fronte a una pagina bianca è un’angoscia ben nota a molti artisti, e Mauro la affronta scrivendo fitti appunti nei suoi quaderni, un gesto che diventa quasi catartico.

Un viaggio nella vita di Mauro Corona

Il regista Niccolò Maria Pagani ha dedicato sette mesi alla realizzazione di questo progetto, seguendo Corona nel suo habitat naturale, il villaggio di Erto Vecchia, situato nella valle del Vajont. Questo luogo non è solo uno sfondo, ma un personaggio a sé stante che permea il documentario con la sua storia, il suo paesaggio e le sue tragedie. La tragedia del Vajont, in particolare, ha segnato profondamente la vita di Corona, influenzando la sua arte e rendendo il film una riflessione non solo sulla vita dell’artista, ma anche su un evento che ha segnato un’intera comunità.

Nel corso del documentario, Mauro Corona si racconta attraverso il suo vissuto quotidiano, confessando ricordi e riflessioni in un flusso di pensieri che ci conduce dalla sua infanzia alla maturità. Lontano dall’immagine pubblica di commentatore sarcastico, il film rivela un uomo autentico, che si apre al pubblico con sincerità. La narrazione si arricchisce di conversazioni con amici storici come Erri de Luca, Davide Van De Sfroos e Piero Pelù, creando momenti di convivialità e riflessione profonda.

L’importanza della musica e delle parole

Le parole di Corona, tratte da alcuni dei suoi libri, soprattutto da “Le altalene” (Mondadori, 2023), vengono magistralmente interpretate attraverso un voice over di Giancarlo Giannini, aggiungendo un ulteriore strato di profondità emotiva al racconto. La voce di Giannini riesce a dare vita alle parole di Corona, trasformando i passaggi letterari in un’esperienza visiva e sonora coinvolgente. Non meno importante è la colonna sonora del film, con i brani di apertura e chiusura firmati da Omar Pedrini, ex frontman dei Timoria, che contribuisce a creare un’atmosfera evocativa.

La montagna come protagonista

La montagna per Mauro Corona è molto più di un semplice sfondo; è un elemento essenziale della sua identità artistica e personale. Attraverso l’arrampicata, ha scoperto non solo il mondo esterno, ma anche quello interiore, affrontando le proprie paure e insicurezze. Le riprese catturano la magnificenza delle Dolomiti friulane, luoghi che evocano un senso di appartenenza e di riflessione. La luce che si riflette sulle cime innevate e la bellezza dei paesaggi naturali si fondono con le parole di Corona, creando un’armonia visiva che invita lo spettatore a riflettere sulla propria vita e sulle proprie esperienze.

“La mia vita finché capita” non è solo un documentario su Mauro Corona, ma un invito a esplorare le complessità dell’animo umano attraverso l’arte, la scrittura e la montagna. È un viaggio che ci ricorda l’importanza di affrontare le proprie paure, di abbracciare la creatività e di trovare la bellezza nei luoghi e nelle persone che ci circondano. Con la sua autenticità e il suo coraggio, Mauro Corona continua a ispirare generazioni, e questo film rappresenta una celebrazione della sua vita e delle sue opere, un’occasione imperdibile per conoscere un artista che ha fatto della sua esistenza un’opera d’arte.

Luigi Ferraris

Sono un appassionato di politica e attualità, con anni di esperienza nel mondo del giornalismo. La mia carriera mi ha portato a esplorare le dinamiche del potere, le questioni sociali e gli eventi che plasmano il nostro presente. Collaboro con cinturaovest.it per offrire analisi approfondite e commenti critici su temi di rilevanza nazionale e locale. Cresciuto in un contesto dove il dibattito politico era sempre al centro delle discussioni, ho sviluppato un forte senso critico e la capacità di contestualizzare le notizie in modo accessibile per i lettori. Credo fermamente nel potere dell'informazione come strumento di cambiamento e mi impegno a raccontare storie che stimolino la riflessione e il dialogo. Quando non scrivo, mi piace immergermi nella lettura e nei documentari, sempre alla ricerca di nuove prospettive e idee.

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