Il Far East Film Festival 27 di Udine celebra la vittoria della parità di genere

Si è conclusa ieri a Udine la 27/a edizione del Far East Film Festival (FEFF), un evento che celebra il cinema asiatico e le sue molteplici sfaccettature. Quest’anno, il festival ha posto un forte accento sulla questione della gender equality, un tema di grande attualità che ha trovato voce attraverso due opere cinematografiche provenienti dalla Cina continentale, entrambe firmate da registe donne. La giuria popolare ha premiato con il prestigioso Gelso d’Oro il film Her Story della regista Yihui Shao, mentre il Gelso d’Argento è andato al film The Last Dance – Extended Version dell’hongkonghese Anselm Chan.

I film premiati e le loro tematiche

Her Story ha riscosso un enorme successo in patria, diventando un vero e proprio fenomeno di costume. La pellicola affronta le sfide e le discriminazioni che le donne devono affrontare nella società moderna cinese, portando sullo schermo storie di resilienza e lotta per i diritti. Yihui Shao, con la sua visione unica e sensibile, ha saputo rendere visibili le voci delle donne, incapsulando in un racconto cinematografico l’essenza della loro esperienza quotidiana. La regista ha dichiarato che il suo obiettivo era non solo intrattenere, ma anche educare il pubblico sull’importanza della parità di genere.

D’altro canto, The Last Dance – Extended Version esplora il tema della ricerca dell’identità attraverso la danza, proponendo una riflessione profonda sulle aspettative sociali e sulle pressioni a cui le donne sono sottoposte. Anselm Chan, pur essendo un regista maschio, ha scelto di affrontare tematiche legate alla femminilità e al potere, dimostrando che la lotta per la parità di genere è una questione che riguarda tutti, indipendentemente dal genere.

Un panorama di film significativo

Il premio Gelso di Cristallo è stato assegnato a Like a Rolling Stone della regista Yin Lichuan, un altro titolo che si distingue per la sua riflessione critica sui ruoli di genere e sulle dinamiche sociali. Questo film, come gli altri, si inserisce in un contesto più ampio di narrazioni che mirano a mettere in luce le urgenze sociali e culturali dell’Asia contemporanea.

La 27/a edizione del FEFF ha proposto un totale di 77 film, con una selezione che ha compreso:

  1. 12 anteprime mondiali
  2. 22 anteprime internazionali
  3. 23 anteprime europee
  4. 19 anteprime italiane

Provenienti da ben 12 paesi, questo ampio ventaglio di opere ha permesso di esplorare vari generi e stili, rendendo il festival un crocevia di talenti e storie. La manifestazione ha visto la partecipazione di 220 ospiti d’onore, tra cui nomi illustri come Sylvia Chang e il leggendario Tsui Hark, entrambi premiati con il Gelso d’Oro alla Carriera. La presenza di queste figure di spicco ha arricchito ulteriormente il festival, portando con sé esperienze e racconti che hanno ispirato il pubblico.

La partecipazione del pubblico e le premiazioni

Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche, fondatori del FEFF, hanno sottolineato l’importanza della partecipazione del pubblico, che ha raggiunto un totale di circa 65.000 spettatori tra il Teatro Nuovo e il Visionario. Questo dato testimonia l’interesse crescente verso il cinema asiatico e la rilevanza dei temi trattati, in particolare quelli legati alla gender equality.

Per quanto riguarda le premiazioni, la giuria della sezione opere prime, composta da Kim Yutani, Sakoda Shinji e la celebrità giapponese Megumi, ha assegnato il Gelso Bianco a Diamonds in the Sand della regista filippina Janus Victoria, un film che affronta le sfide delle donne in un contesto socio-culturale complesso. Inoltre, il Gelso per la Miglior sceneggiatura è andato al thriller psicologico giapponese Welcome to the Village di Jojo Hideo, un’opera che ha catturato l’interesse per la sua narrazione avvincente e le sue tematiche profonde.

La giuria del Premio internazionale Sergio Amidei di Gorizia, composta da Massimo Gaudioso, Silvia D’Amico e Francesco Munzi, ha anche assegnato una menzione speciale alla love story animata sudcoreana The Square di Kim Bo-sol, un film che unisce arte e narrazione in un modo unico e commovente.

Il Far East Film Festival 27 si è dunque confermato come un’importante piattaforma per il cinema asiatico, capace di stimolare riflessioni su temi cruciali come la parità di genere, l’identità e le sfide contemporanee. Con un programma ricco e variegato, ha saputo attrarre un pubblico eterogeneo, dimostrando che il cinema può essere un potente strumento di cambiamento sociale e culturale.

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