L’attenzione mediatica si è nuovamente concentrata su uno dei casi più controversi della storia recente vaticana, quello del cardinale Angelo Becciu, ex sostituto della Segreteria di Stato, coinvolto in uno scandalo finanziario che ha scosso le fondamenta della Chiesa cattolica. Il programma televisivo “Le Iene” ha recentemente diffuso registrazioni inedite e conversazioni telefoniche che suggeriscono l’esistenza di una presunta macchinazione ai danni del cardinale, orchestrata da figure vicine ai suoi avversari.
Il ruolo di Francesca Immacolata Chaouqui
Nell’inchiesta condotta da Alessandro Sortino e Marco Occhipinti, emergono dettagli inquietanti riguardo al coinvolgimento di Francesca Immacolata Chaouqui, una figura già nota per il suo ruolo nello scandalo Vatileaks 2. Chaouqui, condannata nel 2016 per aver diffuso documenti riservati della Santa Sede, cercava una riabilitazione e, per ottenerla, si sarebbe avvicinata a Becciu, all’epoca uno dei collaboratori più fidati di Papa Francesco. Tuttavia, dopo aver tentato di contattare il Pontefice attraverso il cardinale, Chaouqui si rese conto che le sue lettere non raggiungevano il Papa, portandola a nutrire sospetti nei confronti di Becciu.
Le rivelazioni delle registrazioni
Il 19 novembre 2019, Papa Francesco annunciò un’inchiesta formale sulle operazioni finanziarie legate all’acquisto di un immobile a Londra, un progetto che si rivelò disastroso per le finanze vaticane. Monsignor Alberto Perlasca, che aveva seguito l’operazione, inizialmente si dichiarò innocente e non coinvolse Becciu. Tuttavia, la situazione si complicò quando Chaouqui entrò in contatto con Genoveffa Ciferri, amica di Perlasca, per cercare di influenzare le testimonianze nel processo che avrebbe visto Becciu accusato.
Le registrazioni pubblicate da “Le Iene” rivelano una conversazione tra Chaouqui e Ciferri in cui discutono apertamente delle strategie da adottare per mantenere Perlasca al di fuori delle problematiche legate al processo. Chaouqui afferma: «Questa storia deve finire. Il prima possibile. Becciu ormai è andato», suggerendo una chiara intenzione di danneggiare la reputazione del cardinale.
Manipolazione delle testimonianze
Gli sviluppi non si fermano qui. L’inchiesta di “Le Iene” ha anche messo in luce un audio depositato presso le Nazioni Unite da Raffaele Mincione, un imprenditore coinvolto nello scandalo, nel quale un membro della Gendarmeria Vaticana, Francesco De Santis, sembra fornire indicazioni su come orientare la testimonianza di Perlasca. Questo audio è particolarmente allarmante, poiché suggerisce che ci siano stati tentativi di manipolare le dichiarazioni di testimoni chiave nel processo.
Becciu, che è stato condannato in primo grado a settembre 2022 per appropriazione indebita e abuso d’ufficio, continua a proclamarsi innocente. Durante l’intervista con Sortino, ha espresso la sua convinzione che esista una macchinazione orchestrata contro di lui, sostenendo che ci siano stati tentativi di ingannare Papa Francesco. «C’era gente che aveva cercato di indurre il Papa contro di me», ha dichiarato, ritenendo che le informazioni distorte abbiano influenzato negativamente il suo processo e la sua reputazione.
In un contesto così ricco di intrighi e manovre oscure, il caso del cardinale Becciu continua a sollevare domande fondamentali sulla trasparenza e sull’integrità delle istituzioni vaticane. Con la pubblicazione di nuovi documenti e prove, la speranza è che si possano fare chiarezza e giustizia in una vicenda che ha coinvolto non solo il cardinale, ma anche la credibilità della Chiesa cattolica stessa.