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La Parigi-Roubaix, conosciuta come la regina delle classiche, ha visto un trionfo straordinario con la vittoria di Mathieu Van der Poel per la terza volta consecutiva. Questo corridore olandese ha saputo oscurare anche la figura quasi mitologica di Tadej Pogacar, il dominatore delle corse a tappe. Con questo tris, Van der Poel si unisce a un gruppo esclusivo di ciclisti che hanno conquistato la corsa delle pietre per tre anni di fila, un’impresa che solo Francesco Moser era riuscito a realizzare tra il 1978 e il 1980. Questo risultato, considerando l’evoluzione del ciclismo moderno, rende la performance di Van der Poel ancora più straordinaria.
Il percorso di quest’anno ha presentato una selezione impegnativa di settori pavé, che hanno messo a dura prova la resistenza e la tenacia dei corridori. Van der Poel ha dimostrato di possedere non solo una grande forza fisica, ma anche una strategia impeccabile. La sua vittoria è stata messa a rischio da un imprevisto: un’uscita di strada di Pogacar a circa 38 chilometri dal traguardo. Questo incidente ha impedito al campione sloveno di mantenere il passo con Van der Poel, costringendolo a tagliare il traguardo con un distacco di 1 minuto e 18 secondi. In caso di arrivo in volata, molti esperti avrebbero scommesso su Van der Poel, considerato il suo spessore nelle situazioni di sprint.
Per gli italiani, il giorno non è stato altrettanto fortunato. Filippo Ganna ha subito un problema di foratura a 150 chilometri dall’arrivo, terminando tredicesimo e risultando comunque il primo degli italiani. Questo evidenzia un trend preoccupante: la presenza italiana nelle prime posizioni è sempre più ridotta, con Ganna che rappresenta una delle poche eccezioni.
Van der Poel, con il suo stile audace e le sue prestazioni eccezionali, sta rapidamente consolidando la sua reputazione nel panorama ciclistico mondiale. Nonostante il suo dominio, ha sempre riconosciuto il valore di Pogacar, affermando: “Non pensate sia una rivalsa. Tadej è un grande corridore e trovarmelo davanti è normale.” Questo atteggiamento dimostra sportività e maturità, qualità rare in atleti così giovani.
Mathieu Van der Poel incarna un mix di tradizione e modernità. Ha già conquistato otto classiche monumento, tra cui due edizioni della Milano-Sanremo e tre Giri delle Fiandre. Il suo obiettivo è completare il Grande Slam, vincendo cinque classiche monumento. Attualmente, le uniche due che gli mancano sono la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Lombardia. Solo alcuni leggendari ciclisti belgi sono riusciti in questa impresa.
Proviene da una famiglia con una lunga tradizione ciclistica; suo padre, Adrie Van der Poel, è stato un corridore di successo, mentre suo nonno, Raymond Poulidor, è una leggenda del ciclismo. Oggi, Mathieu sta scrivendo il proprio capitolo nella storia della bicicletta, e il suo nonno sicuramente gioisce per i successi del nipote.
La Parigi-Roubaix è quindi più di una semplice gara; è un palcoscenico dove nascono e si affermano le leggende. Con Van der Poel che continua a scrivere la propria storia, il futuro del ciclismo si preannuncia emozionante, promettendo battaglie epiche tra lui e Pogacar nelle prossime edizioni delle classiche.
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