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L’Asl Torino 5 ha recentemente adottato un documento interno che stabilisce linee guida per un linguaggio inclusivo e rispettoso nei rapporti tra operatori sanitari e pazienti. Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di attenzione verso la sensibilità linguistica, un tema sempre più rilevante sia a livello sociale che professionale. L’obiettivo principale è eliminare discriminazioni e stereotipi attraverso l’uso di un linguaggio adeguato.
Il documento, firmato dal direttore generale Bruno Osella, evidenzia l’importanza di evitare espressioni colloquiali e potenzialmente offensive. Tra queste, termini come «gnocca», «racchia» e abbreviazioni come «bangla» per riferirsi alle persone bengalesi sono state giudicate inadeguate. Si suggerisce di utilizzare termini diretti e rispettosi, come «gay» o «lesbica», per designare l’orientamento sessuale.
Le raccomandazioni contenute nelle “Linee guida per un linguaggio inclusivo e rispettoso” mirano a sostituire espressioni potenzialmente offensive con termini più neutri. Alcuni esempi includono:
L’elenco delle espressioni da evitare è variegato e comprende termini come «bardassa», «culattone» e «finocchio», evidenziando la necessità di una riflessione profonda sulla lingua utilizzata quotidianamente.
Il documento non si limita a considerazioni terminologiche, ma fornisce anche indicazioni per adottare un linguaggio che favorisca l’inclusione di genere. Si suggerisce di utilizzare formulazioni che contemplino sia il maschile che il femminile, come «care/i», oppure di adottare termini neutri come «le persone volontarie» al posto di «i volontari». Questa attenzione alla lingua è vista come un passo fondamentale per promuovere un ambiente di cura realmente inclusivo e accogliente per tutti.
L’Asl di Torino è consapevole che tali scelte possono suscitare reazioni negative. Infatti, il documento anticipa possibili critiche affermando: «Siamo consapevoli e ce ne assumiamo la responsabilità, che dedicare un po’ del nostro tempo e della nostra energia a questioni come quelle trattate in questo documento ci espone a critiche e a prese di posizione ostili». Questo passaggio sottolinea come l’Asl sia pronta a fronteggiare le resistenze culturali e sociali che possono emergere in risposta a tali innovazioni linguistiche.
L’iniziativa dell’Asl di Torino si inserisce in un movimento più ampio volto a promuovere uguaglianza e rispetto in tutte le interazioni sociali. Negli ultimi anni, molte istituzioni hanno iniziato a rivedere il proprio linguaggio per rispondere a una società sempre più diversificata e attenta ai diritti civili. Le politiche di inclusione sono diventate una necessità per garantire che tutti i cittadini ricevano un trattamento equo, senza distinzioni di sesso, religione, etnia o orientamento sessuale.
La salute è un diritto fondamentale, e il linguaggio gioca un ruolo cruciale nel garantire che questo diritto sia rispettato e tutelato. L’Asl di Torino, attraverso queste linee guida, intende migliorare la comunicazione tra pazienti e operatori sanitari, promuovendo un ambiente di cura che riconosca e valorizzi la dignità di ciascun individuo. Questo approccio non solo riflette i principi etici fondamentali del servizio sanitario, ma contribuisce anche a costruire una società più giusta e inclusiva.
Le linee guida dell’Asl di Torino potrebbero fungere da esempio per altre istituzioni in Italia e all’estero. In un’epoca in cui il linguaggio inclusivo sta diventando sempre più rilevante, è fondamentale che anche le strutture sanitarie adottino politiche che promuovano il rispetto e la dignità di ogni individuo. Le azioni intraprese dall’Asl di Torino possono rappresentare un modello da seguire per garantire che il diritto alla salute sia effettivamente universale e privo di discriminazioni.
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