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Roberta Zoia, 51 anni e originaria di San Donà di Piave, ha recentemente ottenuto un’importante sentenza dal tribunale di Treviso, che le ha riconosciuto un risarcimento di diecimila euro per i tradimenti del suo ex marito, un ballerino con cui si era sposata nel 2007. Questo risarcimento rappresenta molto più di una somma economica: è un riconoscimento della sua dignità e integrità, violate da menzogne e umiliazioni.
La storia di Roberta è un racconto di dolore e scoperta. Dopo tre anni di matrimonio, nel 2010, lei e il marito avevano aperto insieme una scuola di danza. Tuttavia, il tradimento si è manifestato in modi subdoli. Roberta racconta di come il marito le avesse vietato di entrare nella loro scuola, limitando la sua interazione con gli allievi. La verità è emersa quando Roberta ha trovato un bigliettino compromettente nella tasca dei pantaloni del marito, spingendola a indagare ulteriormente.
Con l’ausilio del telepass, Roberta ha iniziato a monitorare i movimenti del marito. I tabulati telefonici rivelavano un numero impressionante di telefonate notturne verso una giovane studentessa della loro scuola. La scoperta di un cellulare mai visto prima, contenente messaggi inequivocabili, ha segnato il culmine della sua sofferenza. Roberta si è sentita tradita e umiliata, costretta a preparare per i campionati italiani di danza la stessa ragazza che le aveva portato via il marito.
Richiedere un risarcimento è stata una decisione difficile ma necessaria per Roberta. Non si è trattato solo di una questione economica, ma di dignità. Il suo avvocato, Davide Favotto, ha evidenziato che il risarcimento è stato concesso poiché Roberta è stata lesa in diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, come la dignità e l’onorabilità. Dopo la sentenza, Favotto ha ricevuto numerose telefonate da altre donne che si trovano in situazioni simili, pronte a prendere esempio dalla vicenda di Roberta.
Roberta spera che la sua storia possa fungere da modello per altre donne in situazioni analoghe. Ha affermato: «L’amore può finire, è lecito innamorarsi di un’altra persona, ma non è tollerabile essere presi in giro e mortificati in questo modo». La sua esperienza, sebbene dolorosa, le ha conferito una determinazione a non permettere che altri subiscano lo stesso trattamento.
La vicenda di Roberta Zoia non è solo un caso di risarcimento, ma una testimonianza della forza delle donne e della loro capacità di rialzarsi dopo una caduta. La dignità, l’onore e l’amore per se stesse sono diritti che ogni persona dovrebbe rivendicare, in ogni circostanza. La sua storia è un esempio di come la resilienza e il coraggio possano portare a una vittoria morale, oltre a quella economica.
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