Il Fisco sta avviando i controlli sulle famiglie con ISEE troppo basso. Sospetta omissione di informazioni importanti, vediamo cosa temere.
Avete calcolato l’ISEE ed è venuto fuori un valore molto basso? Attenti perché l’Agenza delle Entrate potrebbe procedere con accertamenti dei dati inseriti nella Dichiarazione Sostitutiva Unica.
Pochi giorni fa l’INPS ha chiarito che non c’è più tempo. Per ottenere Bonus e agevolazioni ormai serve unicamente l’ISEE 2024. La maggior parte dei contribuenti ha già proceduto con il calcolo in autonomia o avvalendosi dell’aiuto di CAF e patronati. Dopo l’iniziale confusione a causa dei Titoli di Stato dentro o fuori dalla DSU (al momento sono ancora dentro), i calcolo sono stati effettuati. Redditi, patrimonio, composizione del nucleo familiare hanno determinato l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente in corso di validità nel 2024.
Ricordiamo che in base al valore ISEE si potranno conoscere i Bonus da richiedere e gli importi da ottenere. Più l’ISEE è basso maggiori benefici si avranno. Ma un Indicatore dal valore troppo basso potrebbe indispettire il Fisco con conseguente avvio di controlli della Dichiarazione Sostitutiva Unica. Lo scopo è rilevare dati mancanti o informazioni false inserite consapevolmente o inconsapevolmente dal cittadino.
Controlli del Fisco se l’ISEE è troppo basso
Ogni contribuente deve compilare la DSU correttamente, inserendo tutte le informazioni richieste e soprattutto inserendo dati veri. Chi nasconde o modifica elementi che incidono sul valore ISEE rischia conseguenze molto gravi commettendo un vero e proprio reato. Un ISEE sbagliato che permette di accedere a prestazioni che in realtà non spetterebbero comporta, nello specifico, la sospensione e la revoca dei benefici nonché la restituzione di tutti gli importi percepiti illegittimamente.
C’è di più perché false attestazioni o dichiarazioni ad un Pubblico Ufficiali sulle qualità personali comportano la reclusione da uno a sei anni mentre l’uso di atto falso ammorbidisce la pena ad un terzo (articolo 489 del Codice Penale). Inoltre il contribuente può essere accusato di truffa aggravata in danno allo Stato e agli Enti Pubblici, reato punito con reclusione da uno a cinque anni e con una multa da 309 a 1.549 euro.
La Giurisprudenza punisca anche la Dichiarazione Sostitutiva falsa con la reclusione fino a due anni per chi attesta falsamente al Pubblico Ufficiale in un atto che deve certificare la verità. Tante sentenze, infine, fanno rientrare l’ottenimento illecito di prestazioni nel reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche punito con reclusione da sei mesi a tre anni se la somma percepita indebitamente è superiore a 3.999.96 euro. In caso contrario scatterà una sanzione amministrativa di 25.822 euro al massimo.